Se state rovistando sui mercati emergenti per accrescere la “yield” del portafoglio, fate attenzione alle obbligazioni sudafricane. Qui, i rendimenti negativi o prossimi allo zero imperanti nel nord dell’emisfero occidentale non esistono. Il debito sovrano emesso da Pretoria ha perso lo status “investment grade” nei primi mesi del 2020, per cui viene classificato “spazzatura” dalle agenzie di rating. Tuttavia, i giudizi rimangono tra i più alti dell’area “junk”: BB- per S&P e Fitch e Ba2 per Moody’s.

Le obbligazioni sudafricane offrono rendimenti altissimi, pur in calo nelle ultime settimane. La scadenza a 10 anni oggi supera il 9%, ma a inizio mese si attestava al 9,57%. Quella a 30 anni viaggia quasi all’11%, giù dall’oltre 11,40% di fine marzo. Ma l’aspetto forse più interessante sta nell’evoluzione favorevole del tasso di cambio. Il rand si è apprezzato di quasi il 7% contro l’euro nell’ultimo mese e mezzo. E questo è importante per chi investe in una valuta straniera, assumendosi il rischio di cambio.

Facciamo due conti. Il bond a 10 anni con scadenza 31 gennaio 2030 e cedola 8% (ISIN: ZAG000106998) ha guadagnato il 2,75% nell’ultimo mese e mezzo. Oggi si acquista a meno di 94 centesimi. Chi lo avesse acquistato nei primi giorni di marzo, tra l’apprezzamento del rand e la risalita delle quotazioni si porterebbe oggi a casa una plusvalenza di circa il 9,5%.

Obbligazioni sudafricane “junk”, ma anche buone prospettive a breve

Tra le obbligazioni sudafricane è andata ancora meglio alla scadenza trentennale. Guadagna il 6,3% in appena un mese, salendo a una quotazione di 82 centesimi. Parliamo del bond 28 febbraio 2049 e cedola 8,75% (ISIN: ZAG000096173). In pratica, la cedola effettiva che ci offre è del 10,7%. Valori inusitati ormai da decenni in Europa.

Certo, alti rendimenti segnalano altrettanti alti rischi. Il rapporto debito/PIL è salito dal 62% all’80% nel 2020. Quest’anno, il deficit consolidato dello stato raggiungerà il record del 14% del PIL.

Al netto della pandemia, l’economia sudafricana va male da oltre un decennio. Bassa crescita, politiche fiscali poco solide e assenza di riforme. Ma qualche barlume di speranza per investire nelle obbligazioni sudafricane esiste. Il Fondo Monetario Internazionale stima una crescita del PIL del 3,1% quest’anno, la Banca Mondiale del 3%. Qualche analista si spinge a ipotizzare una crescita vicina al 4%.

Malgrado la variante sudafricana del Covid sia tra quelle che più stiano facendo impensierire il pianeta, qui il numero dei contagi e dei morti si è notevolmente abbassato a livelli molto bassi. Nel frattempo, la politica monetaria si mostra appropriata, con i tassi d’interesse al 3,5%, sopra il 3,2% del tasso d’inflazione. Se il recente apprezzamento del cambio portasse a un rallentamento dell’inflazione, la Reserve Bank disporrebbe di qualche margine per tagliare i tassi. Nel caso li mantenesse invariati, ci attenderemmo afflussi dei capitali, pronti ad essere investiti in azioni e obbligazioni sudafricane, a beneficio sia delle quotazioni che del cambio.

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