Le obbligazioni subordinate Barlcay Bank sono da oggi disponibili anche su Borsa Italiana (ExtraMot). Si tratta di due titoli Lower Tier II con scadenza a quattro e cinque anni che offrono attualmente un rendimento superiore al 1,2%. La nota banca inglese è tornata ad emettere titoli di classe subordinata nel lontano 2010, dopo la crisi e lo scorso mese di agosto ha collocato sul mercato anche un Coco Bond da 1,25 miliardi di sterline offrendo un tasso del 5,875% agli investitori istituzionali.

 

Nel dettaglio le obbligazioni Barclay Bank sono state collocate nel 2010 e 2011 per un importo complessivo di 2 miliardi di euro e prevedono il rimborso in unica soluzione a scadenza.

Il bond Barclay Bank 6,625% 2022 (Isin XS0611398008) è stato venduto per 1 miliardo di euro e offre un coupon a tasso fisso del 6,625% il 30 marzo di ogni anno. Il bond Barclay Bank 6% 2021 (Isin XS0525912449 ), anch’esso collocato per 1 miliardo di euro, offre, invece, un coupon del 6% il 14 gennaio di ogni anno. Il rendimento, ai prezzi attuali supera di poco l’1,2% per la scadenza 2022 e lo 0,95% per la scadenza 2021. Caratteristica principale delle due obbligazioni è che sono negoziabili per importi minimi di 50.000 euro e multipli analoghi sulla piattaforma ExtraMot gestita da Borsa Italiana.

 

Barclay chiude il primo semestre 2017 in rosso

 

Barclays ha chiuso il secondo trimestre 2017 in rosso per 1,4 miliardi di sterline (1,83 miliardi di dollari), a fronte di un utile netto per 433 milioni di sterline un anno fa. Il fatturato totale è rimasto piatto a 5 miliardi. I ricavi dell’investment banking sono calati, sulla scia dell’affievolirsi del trading di bond (-8%) e di capitali (-11%), mentre quelli del retail sono rimasti piatti. Le svalutazioni hanno colpito la divisione delle carte di crediti, dopo che la banca ha dovuto sobbarcarsi un onere da 700 milioni di sterline per compensare i clienti a cui sono stati venduti prodotti assicurativi di cui non avevano bisogno.

L’istituto ha completato la ritirata dall’Africa (portando il capital ratio al 13,1%), ha ridotto le spese dell’investment bank e ha chiuso le divisioni non strategiche. La banca punta ora a un ritorno sul capitale di oltre il 10%.