La Banca Inter-Americana di Sviluppo (BIS) ha emesso nei giorni scorsi nuove obbligazioni sostenibili a tasso fisso, della durata di 7 anni e denominate in dollari neozelandesi. I capitali raccolti ammontano a 375 milioni, pari a quasi 222 milioni di euro. La data di regolamento è stata lo scorso 25 gennaio. Agli investitori è stata offerta una cedola lorda del 4,75% corrisposta su base semestrale ogni 25 gennaio e 25 luglio dell’anno. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 99,482702 centesimi, corrispondente a un rendimento alla scadenza del 4,838%. Esso è risultato essere di 44 punti base o 0,44% sopra il tasso “midswap” o di 69,55 punti base (+0,6955%) sopra il bond sovrano della Nuova Zelanda con scadenza nell’aprile 2029.

Queste obbligazioni sostenibili comportano un rischio di credito sostanzialmente nullo. L’emittente gode della tripla A assegnata dalle agenzie di rating. Allo stesso tempo, però, esiste un rischio di cambio legato all’andamento del dollaro neozelandese. Esso è ribattezzato sui mercati anche come “kiwi dollar” dal noto frutto dello stato oceanico. E chiaramente, se esso si deprezzasse da qui alla scadenza o alla previa data di disinvestimento contro l’euro, il valore effettivo del capitale per noi investitori dell’Eurozona si ridurrebbe.

Obbligazioni sostenibili, c’è rischio di cambio

Del resto, se prendiamo come riferimento per i bond in euro le emissioni della Commissione europea, il rendimento offerto non arriva al 2,80%. I Bund della Germania sulla medesima scadenza rendono meno del 2,25%. Dunque, già partiamo da un premio abbondante compreso tra 200 e 255 punti base (2-2,55%), a seconda del “benchmark” utilizzato. E questo non è certamente il frutto di un maggiore rischio di credito, ma proprio per la possibile discesa del dollaro neozelandese contro la moneta unica. Il trend sarà verosimilmente legato all’andamento della divergenza monetaria. La Reserve Bank of New Zealand fu la prima ad avere annunciato il rialzo dei tassi nell’ottobre di due anni fa tra le economie avanzate del pianeta.

Il costo del denaro è stato già portato al 4,25% con un’inflazione al 7,2%.

L’emittente ha reso noto che nel corso dell’anno potrebbe emettere ulteriori obbligazioni sostenibili “Kauri”. Va da sé che esse possano rappresentare una scommessa del mercato sul cambio. In effetti, possiamo notare che storicamente il kiwi dollaro tende ad apprezzarsi contro l’euro nelle fasi di crescita dell’economia mondiale a deprezzarsi in quelle di crisi. Da notare anche che la Nuova Zelanda esporta perlopiù prodotti caseari e importa prodotti petroliferi. Ne consegue che il suo cambio risulta sotto pressione quando le quotazioni del greggio salgono e si rafforza quando esse scendono bruscamente.

La durata settennale delle obbligazioni sostenibili della Banca Mondiale appare ottimale per un investitore individuale a caccia di rendimento senza vincolare troppo a lungo il capitale. Infine, da non sottovalutare il rischio di liquidità che si corre per due ordini di motivi: l’emissione è stata di importo contenuto e gli investitori sono stati istituzionali, molti dei quali vorranno tenere il bond nel cassetto fino alla scadenza. Gli scambi sul mercato secondario rischiano di essere bassi.

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