Netflix sta per tornare a finanziarsi sui mercati con l’emissione di un nuovo bond da 2 miliardi di dollari, suddiviso in due tranche, di cui una nella valuta americana e l’altra in euro. Data dell’emissione, durata e cedola verranno comunicate nei prossimi giorni. Il colosso dei video online ha fatto sapere che i proventi dell’operazione verranno utilizzati per “scopi aziendali generali che possono includere acquisizioni di contenuti, produzione e sviluppo, spese in conto capitale, investimenti, …”.

La società ha rating “junk” o “spazzatura” per le principali agenzie di valutazione.

Moody’s le assegna “Ba3” e S&P “BB-“, in entrambi i casi il terzo giudizio più alto per il segmento “non investment grade”. Eppure, se guardiamo ai rendimenti esitati sul mercato secondario dai bond già emessi, notiamo come il “callable” 15 novembre 2026 e cedola 4,375% offre il 2,91% e che il decennale con scadenza 15 novembre 2029 e cedola 5,375% il 3,50%. Trattasi di livelli di rendimento molto in linea con quelli del segmento “BBB” che non “junk”. In un certo senso, sembra che il mercato sconti un “upgrade” per Netflix, sebbene i fondamentali ad oggi non autorizzino a tanto ottimismo.

Al 30 settembre scorso, il fatturato annuale risultava di 18,9 miliardi di dollari, mentre il debito a lungo termine di 12,6 miliardi, sostanzialmente dei due terzi. Tuttavia, rispetto all’utile cumulato nei 12 mesi e pari a 1,2 miliardi, parliamo di un livello di indebitamento di oltre 10 volte superiore. Ma la stessa Wall Street punta evidentemente a un’accelerazione dei profitti, se è vero che capitalizza Netflix a 122 miliardi, circa 86,5 volte l’utile annuo, segno che anche gli azionisti stiano comprando il titolo confidando che maturerà maggiori utili, accomunati agli obbligazionisti dall’ottimismo per il futuro.

Netflix, terzo trimestre 2019 in forte crescita 

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