MPS emette oggi obbligazioni subordinate del tipo Tier 2 a 10 anni, le prime dal gennaio 2018, quando furono collocate sul mercato con cedola al 5,375% (ISIN: XS1752894292). Stavolta, il rendimento esitato si attende in area 10,25%, rivisto al ribasso rispetto alla “guidance” iniziale dell’11-11,50% e successivamente portato al 10,50%. L’abbassamento è stato possibile per via dell’alta domanda riscontrata. A fronte di un’assegnazione attesa nell’ordine dei 300 milioni, a metà seduta gli ordini erano già pari a oltre 700 milioni. Il collocamento è curato dal consorzio formato da JP Morgan, Mediobanca, Barclays, MPS Capital Services e UBS.

A fine 2018, la BCE aveva lamentato l’incapacità di Siena di completare il programma di emissioni subordinate, rilevando come ciò impattasse negativamente sul suo capitale. In effetti, le obbligazioni subordinate Tier 2 sono computate a metà tra capitale e debito, in quanto possono essere convertite dalla banca emittente a sua discrezione nel caso in cui i ratios patrimoniali scendano al di sotto dei minimi regolamentari.

Trattasi di bond piuttosto rischiosi, partecipando alle perdite nel caso di “bail-in” subito dopo le azioni e prima delle obbligazioni senior e dei conti correnti/deposito sopra i 100.000 euro. Lo sanno benissimo gli stessi obbligazionisti subordinati di MPS, che ancora nei mesi scorsi hanno lamentato di non essere stati ristorati dallo stato, nonostante sia stato previsto in loro favore un apposito fondo. Per evitare tali rischi a carico delle famiglie, da qualche anno le banche riservano i bond subordinati ai soli investitori istituzionali. Un vero peccato per gli investitori individuali consapevoli dei rischi e disposti a scommettere su titoli potenzialmente molto remunerativi, come segnalano anche i rendimento di cui discutiamo in queste ore per l’emissione in corso.

Obbligazioni subordinate vietate ai risparmiatori, giusto privarli di opportunità di guadagno?

Rendimento bond subordinato MPS resta alto

Per quanto basso, il rendimento in questione risulta notevolmente superiore all’8,25% esitato in questi giorni dalla National Bank of Greece per un collocamento da 400 milioni di bond subordinati Tier 2 a 10 anni.

E a giugno, un’altra banca greca, la Piraeus Bank, aveva spuntato un rendimento del 9,75%. E dire che parliamo di istituti altrettanto decotti finanziariamente. Banca MPS ha rating “Caa1” per Moody’s, “B” per Fitch e “BH” per Dbrs, cioè è considerato un emittente speculativo di titoli “spazzatura”. In effetti, due anni fa si rese necessario il suo salvataggio ad opera dello stato, entrato nel capitale con una quota del 68%. E meno di due settimane fa, infatti, UBI ha offerto intorno al 4,5% per le sue obbligazioni subordinate Tier 2, meno della metà del rendimento atteso di oggi.

A inizio mese, sempre MPS aveva emesso titoli a 3 anni per 500 milioni, attirando una domanda pari a 1,1 miliardi. Il rendimento è stato in quel caso del 4%, ma si trattava di un bond senior preferred, vale a dire molto più sicuro, a parte oltre tre volte più corto di durata. E si consideri che un altro grosso rischio delle obbligazioni subordinate, poco conosciuto dai piccoli investitori, sta nel loro basso grado di liquidità. Il bond Tier 2 emesso un anno e mezzo fa, ad esempio, segnala scambi rarefatti nel mese di luglio, praticamente che si contano sulle dita di una mano. E la distanza tra denaro e lettera, cioè tra il prezzo massimo a cui si è disposti a comprare e quello minimo a cui si è disposti a vendere, si mostra elevata, prova che le due parti del mercato tendono a incontrarsi poco. Oggi, quel bond rende poco meno del 12%, oltre il doppio della cedola.

Il crollo dello spread mette le ali alle banche e MPS emette il primo bond unsecured dal 2014

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