Non c’è il colpo del KO per le obbligazioni della Juventus emesse a febbraio e negoziabili alla Borsa di Dublino. Nel primo pomeriggio di oggi, segnano un calo dello 0,56%, arretrando a 98,4. Rispetto al collocamento tra gli investitori istituzionali, registrano circa il -1%. Nulla di drammatico, quindi, nel giorno successivo all’amara sconfitta casalinga contro l’Ajax, che impedisce alla squadra di Massimiliano Allegri di accedere alle semifinali di Champions League. Stamattina, come prevedibile, le azioni bianconere sono sprofondate a Piazza Affari, crollando di un teorico 24,50% in apertura di seduta, praticamente non riuscendo a fare prezzo.

Una volta riammesse alle contrattazioni, perdevano il 19% e nel primo pomeriggio registravano ancora un pesante quasi -15%, scendendo a una capitalizzazione di 1,45 miliardi di euro, 250 milioni in meno rispetto alla chiusura di ieri.

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Dicevamo, il bond Juve si contrae di poco. Del resto, trattasi di un titolo di credito con cedola del 3,375%, garantita quali che siano i risultati in campo del club torinese. Al debutto sul mercato, non aveva fatto bene, scivolando di quasi il 3%. E’ stato definito il Ronaldo bond, per legarlo all’acquisto dell’attaccante portoghese, avvenuto la scorsa estate per più di 100 milioni di cartellino, a cui vanno aggiunte quattro annualità lorde di 60 milioni ciascuna. L’emissione è stata pari a 175 milioni, sopra i 150 inizialmente ipotizzati, grazie all’ottima domanda riscontrata tra gli istituzionali, nonostante la Juve non possegga nemmeno un rating con cui valutarne l’affidabilità creditizia.

Bond Juventus abbastanza stabile

Il debito dei bianconeri è esploso a circa 310 milioni al 30 giugno 2018, segnando il +90% rispetto all’esercizio precedente, conseguenza proprio dell’acquisto dell’attaccante portoghese. E’ previsto che salga anche quest’anno, mentre la società potrebbe non tornare all’utile fino al 2023, stando ai calcoli di Banca IMI. E dai calcoli che abbiamo effettuato nelle settimane scorse, l’operazione CR7 necessita di ulteriori entrate annuali per almeno 25 milioni dalla prossima stagione solo per coprire il costo.

Da ieri sera, però, sappiamo che, almeno temporaneamente, il “buco” nei conti bianconeri tenderà ad allargarsi, dati i minori incassi in Champions per una quarantina di milioni, rispetto allo scenario di un approdo in finale e di una vittoria.

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Tuttavia, la solidità finanziaria non sarebbe in discussione, anche perché le operazioni di calciomercato in questi primi mesi del 2019 segnalano una capacità degli uomini di Andrea Agnelli di fare cassa. Come con la cessione a titolo definitivo di Emil Audero alla Sampdoria per 20 milioni, che frutterà al bilancio di giugno una plusvalenza di ben 19,9 milioni, praticamente quasi quanto l’intero prezzo di vendita. E lo stesso bond quinquennale segnala come il mercato non si mostri preoccupato, rendendo in area 3,7%, pur essendo “unsecured”, quando quello garantito dell’Inter, cedola 4,875% e in scadenza nel dicembre 2022, offre ancora poco più del 4%.

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