Questa settimana passerà alla storia come quella in cui i grandi club di calcio europei hanno sganciato la “bomba” contro la UEFA con l’annuncio della nascita della Super League. Inevitabile l’impatto su azioni e obbligazioni Juventus. Le prime hanno chiuso la prima seduta post-annuncio con un rialzo di oltre il 18% a 91 centesimi. Ieri, hanno perso intorno al 5,5%, pur restando di quasi il 12% più alte di venerdì scorso.

E il cosiddetto Cristiano Ronaldo bond? Trattasi di obbligazioni Juventus emesse nel febbraio di due anni fa per finanziare l’acquisto del calciatore portoghese.

Questi, tra costo del cartellino, tasse e commissioni costò alla società bianconera sui 120 milioni di euro. Il titolo reca cedola del 3,375%, è un “callable” e ha scadenza 19 febbraio 2024 (ISIN: XS1915596222), un enorme successo per una società sprovvista di rating e un debito non garantito.

Venerdì scorso, quindi, prima dell’annuncio, le obbligazioni Juventus quotavano a 100,24, poco sopra la pari. Lunedì pomeriggio, chiudevano in calo a 100,10. Ieri, perdevano un altro 0,42%, scivolando a 99,60 centesimi, sotto la pari. Non siamo in presenza di grosse variazioni, semmai di un trend controcorrente. Anziché apprezzarsi, il debito bianconero ha perso un po’ del suo valore. Non sembra facile rispondere del perché di questi movimenti.

Probabile che il mercato stia snobbando la notizia sulla nascita della Super League, ritenendola una prospettiva ancora poco concreta per il prossimo futuro. Per contro, questa spiegazione cozzerebbe con il boom delle azioni in borsa. E allora, starebbe prevalendo la frustrazione per l’assenza di risultati sportivi, con la Juventus ad avere perso in trasferta contro l’Atalanta e vedendo adesso minacciato il quarto posto in classifica. Esso risulta indispensabile per accedere alla Champions League per la stagione 2021/2022.

Vero è che con la Super League tutto questo discorso verrebbe meno, ma fino a quando non si avrà certezza della sua nascita, a contare saranno i criteri di sempre.

E le obbligazioni Juventus stanno scontando proprio questo trend negativo della squadra in campo. Il mancato accesso alla Champions equivarrebbe a minori entrate per la stagione che verrà, dopo un’annata deludente in corso, al netto delle devastazioni provocate dalla pandemia. Ma la dicotomia con le azioni resta. Chissà che non stia influendo la scarsa liquidità del titolo, la cui emissione al tempo fu di appena 175 milioni. In genere, pochi scambi equivalgono a prezzi volatili e spread elevati. O, semplicemente, obbligazionisti con i piedi più a terra degli azionisti?

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