Nuove obbligazioni israeliane in arrivo sui mercati internazionali. Il Tesoro ha annunciato ieri che il governo di Gerusalemme torna a rifinanziarsi in valuta estera forte, senza specificare quale. Tuttavia, dopo le enormi quantità di debito in dollari emesse nel corso del 2020, si pensa che la prossima emissione sarà in euro. Il mercato dei bond dell’Eurozona è diventato più allettante, esibendo ancora oggi rendimenti bassissimi e sottozero lungo gran parte della curva “benchmark”. Negli USA, invece, i rendimenti sovrani sono lievitati ai livelli pre-Covid.

Lo scorso anno, le obbligazioni israeliane collocate sui mercati internazionali ammontarono a ben 74 miliardi di shekel o scicli, circa 23 miliardi di dollari. Fu un’annata record, a seguito della quale il rapporto debito/PIL è salito dal 60% al 74% del PIL. Poco prima che esplodesse la pandemia, nel gennaio 2020, Israele raccolse 3 miliardi con un bond in dollari in due tranche: a 10 e 30 anni. Gli ordini furono di ben 20 miliardi, quasi 7 volte superiore all’importo offerto.

Ad aprile, invece, fu la volta delle obbligazioni israeliane a 100 anni, sempre in dollari. Si tratta del bond con scadenza 3 aprile 2120 e cedola 4,5% (ISIN: US46513JB593). Emesso alla pari, ieri la quotazione era di 123. Significa che per ogni 200.000 dollari nominali acquistati (lotto minimo), bisogna spenderne 246.000. Il rendimento lordo offerto scende, quindi, al 3,47%. Resta il fatto che continui ad essere ben più elevato del rendimento vigente sulle lunghissime scadenze negli USA e, a maggior ragione, nell’Eurozona. E chi lo acquistò in fase di emissione, adesso può vantare una plusvalenza teorica del 23%.

A dire il vero, queste obbligazioni israeliane a 100 anni toccarono un massimo di 150 nell’agosto scorso. In soli 4 mesi, quindi, segnarono un boom del 50%. Il rendimento era arrivato a scendere a poco sopra il 2,65%. Il ripiegamento di questi mesi ha molto a che vedere con il trend rialzista globale dei rendimenti. Invece, da un mese a questa parte il titolo segnala una risalita dai minimi, in conseguenza delle elezioni anticipate.

Il partito del premier Benjamin Netanyahu si è confermato primo, pur senza la maggioranza assoluta al Knesset, e forse la possibile stabilizzazione del quadro politico starebbe riportando la calma sui mercati.

Le obbligazioni israeliane si mostrano anche un buon investimento per coloro che stessero posizionandosi a favore della ripresa economica globale. Il paese guida la classifica mondiale delle vaccinazioni e sta avviando la riapertura delle attività, grazie al quasi azzeramento dei contagi e dei morti. Peraltro, il rischio sovrano è molto basso secondo le agenzie di rating: AA- il giudizio di S&P, A+ di Fitch e A1 di Moody’s. Quanto al rischio di cambio, non si porrebbe chiaramente nel caso di un’emissione in euro. Per la scadenza a 100 anni in dollari, dobbiamo ammettere che il rendimento più che compenserebbe la perdita attesa con l’apprezzamento del cambio euro-dollaro.

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