In settimana, il colosso del gas russo Gazprom è tornato a finanziarsi sui mercati esteri con il lancio di un bond in euro a 5 anni, scadenza 15 aprile 2025 (ISIN: XS2157526315). L’emissione è stata per 1 miliardo e ha ricevuto ordini per 3 miliardi, esitando una cedola del 2,95%. Poiché l’emissione è avvenuta alla pari, anche il rendimento alla scadenza è risultato del 2,95%. Grazie alla robusta domanda, esso è stato abbassato dal 3,375% della guidance iniziale. Non si tratta di un bond per tutte le tasche, ma rivolto alla clientela istituzionale, essendo acquistabile a un taglio minimo di 100.000 euro e multipli di 1.000.

Quanto al rating, Moody’s assegna alla società il giudizio di “Baa2”, S&P “BBB-” e Fitch “BBB”.

Obbligazioni petrolifere a medio termine: i rendimenti di Rosneft e Gazprom

Dunque, parliamo di un emittente “investment grade”, pur con qualità del debito ritenuta medio-bassa. Gazprom estrae il 70% del gas annuale di tutta la Russia e chiaramente ha risentito molto in negativo negli ultimi mesi del tracollo delle quotazioni petrolifere, con il prezzo del Brent ad avere perso fino ai due terzi nel primo trimestre, mai così male nella sua storia. Al Micex di Mosca, le azioni della compagnia hanno perso oltre un quarto del loro valore quest’anno.

E il tonfo non poteva non riguardare anche le obbligazioni. Il titolo denominato in euro, in scadenza nel marzo del 2025 e cedola 4,364% (ISIN: XS0906949523) ha perso il 7,5% rispetto al periodo immediatamente precedente all’allarme mondiale sul Coronavirus, quotando in area 110. Si consideri che all’inizio dell’anno, il medesimo offriva un rendimento dello 0,80%. Ciò ci spinge a credere che, avendo durata residua sostanzialmente uguale a quella del bond da poco emesso, quello sarebbe il livello di rendimento a cui quest’ultimo tenderebbe con un recupero delle quotazioni del Brent, per quanto non sia atteso nell’immediato, di certo non ai 65 dollari al barile di inizio anno.

Le scadenze in dollari

Ma le lunghe scadenze offrono il maggiore potenziale di rialzo. Il bond 28 aprile 2034 e denominato in dollari con cedola 8,625% (ISIN: XS0191754729) ha perso nello stesso periodo il 6,5% e rendeva giovedì scorso il 3,74%, poco meno del 3,89% offerto da un altro bond a lunga scadenza, la cui data di rimborso è fissata al 16 agosto 2037 e che reca cedola del 7,288% (ISIN: XS0316524130). Questi è arrivato a implodere del 25%, ma ha recuperato già gran parte delle perdite, restando del 6,5% sotto i livelli pre-Coronavirus. Entrambi, tuttavia, comportano il rischio di cambio per un investitore dell’Eurozona, essendo espressi in valuta americana.

Resta da vedere quale sarà la reazione di questi bond alla riapertura dei mercati dopo la Pasqua. Venerdì, essendo state le borse chiuse, non hanno potuto scontare l’accordo russo-saudita sul petrolio, né il G20 di ieri sera. Resta il fatto che Gazprom si mostri un emittente apparentemente solido, avendo fatturato 38,7 miliardi di dollari nei 12 mesi al 30 settembre scorso, maturando un utile netto di 6,1 miliardi e chiudendo con disponibilità liquide a quota 5 miliardi. Il tutto, a fronte di debiti per 12,1 miliardi, meno di un terzo dei ricavi e il doppio dell’utile.

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