L’Autorità per l’Acquedotto e la Fognatura di Porto Rico (Prasa) sta per collocare sul mercato nuove obbligazioni per procedere al rimborso di debito in scadenza fino a 1,8 miliardi di dollari. Si dovrebbe trattare della seconda maggiore emissione dal maggio 2017, quando il protettorato americano andò in default, dopo quella del dicembre scorso. Quattro mesi fa, Prasa emise un bond da 706 milioni con cedola 5% e scadenza nel 2047, pari a uno spread di 275 punti base. Adesso, quel bond offre un rendimento in area 3% e con spread di appena 130 punti base rispetto ai titoli con rating tripla A.

Quelle che definiamo ironicamente obbligazioni fognatura dovrebbero debuttare a tassi d’interesse sufficientemente appetibili per gli investitori e al contempo non esagerati per l’emittente. Il fatto è che il mercato si trova a caccia di “high yield”, vale a dire di debito “spazzatura”, in quanto più remunerativo. In effetti, il rendimento medio dei “junk” americani si aggira in area 4,20%, circa 120 punti base in meno rispetto a soli sei mesi fa.

Obbligazioni fognatura al riparo dal default

Le obbligazioni fognatura di Prasa hanno rating bassissimo. Di recente, Fitch ha alzato il suo giudizio di un gradino a CCC, che rimane pur sempre un livello di otto punti sotto il più basso “investment grade”. Tra i rischi possibili, la necessità per la utility di alzare le tariffe e di tagliare le spese per poter onorare i pagamenti sui suoi debiti. Ma dalla loro, hanno di non essere state coinvolte nel default di Porto Rico di quattro anni fa. A tale proposito, a febbraio le autorità locali hanno raggiunto un accordo di massima con i creditori sui 18,8 miliardi di debiti da rinegoziare. La prospettiva sarebbe di legarne i pagamenti alle entrate fiscali.

Dunque, le obbligazioni fognatura di Prasa beneficerebbero anche delle schiarite in corso sulla bancarotta del 2017.

A resistere per un accordo è paradossalmente il governatore Pedro Pierluisi, contrario al taglio delle pensioni. Questa misura risulterebbe non esclusa dal FOMB, l’organismo che presiede le trattative con gli obbligazionisti. Ad essere franchi, non ci sarebbe da stare troppo tranquilli quando si parla di investire in Porto Rico. L’economia dell’isola è in recessione da 15 anni, la popolazione emigra quando può e le finanze statali collassano senza sosta, mentre Washington ha segnalato di non avere alcuna intenzione di dare una mano.

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