Il mercato dell’auto sta vivendo mesi da incubo. Le vendite crollano in tutto il mondo, con un -51,8% accusato a marzo in Europa e uno scioccante -98% stimato per aprile dall’Unrae in Italia. Naturale che le azioni e le obbligazioni delle case automobilistiche stiano subendone le conseguenze. Concentrandosi sui titoli del debito di Fiat Chrysler Automobiles, scopriamo che dai minimi toccati nella terza settimana di marzo registrano forti recuperi, pur rimanendo nettamente al di sotto dei livelli pre-Coronavirus.

Fiat Chrysler ha chiuso il 2019 con ricavi netti per 108,2 miliardi di euro e un utile netto di 6,6 miliardi. E sempre alla fine dello scorso anno, disponeva di liquidità per 15 miliardi, a fronte di debiti per 12,9 miliardi. A marzo, è riuscita ad ottenere una nuova linea di crescita da 3,9 miliardi, per cui le sue disponibilità liquide al momento risulterebbero cresciute, sebbene debbano fare i conti con il crollo delle entrate. Stando a Cox Automotive, all’inizio di aprile la casa italo-americana possedeva in magazzino scorte di auto corrispondenti a 108 giorni di vendite, non in così forte rialzo dai 91 giorni di un anno prima, per quanto vada considerato il minore ritmo delle vendite di queste settimane.

Fiat Chrysler lancia bond in sterline da 400 milioni

Bond FCA

Quanto al rating, FCA viene valutata “BBB-” da Fitch, “BB+” da S&P e “B1” da Moody’s, con quest’ultima agenzia ad avere posto sotto osservazione il suo giudizio per un possibile declassamento. Parliamo di un emittente speculativo, tenuto in area “investment grade” solamente da Fitch. Guardando alle obbligazioni in euro, abbiamo il titolo emesso dalla finanziaria del gruppo, in scadenza nel luglio 2022 e con cedola fissa del 4,75% (ISIN: XS1088515207). Attualmente, offre un rendimento del 3,12%, quotando a 103,39, decisamente sopra la pari. A marzo, aveva toccato un minimo di 97 centesimi, ma continua a perdere circa il 6% rispetto ai livelli di febbraio.

In recupero anche le obbligazioni marzo 2024 e cedola fissa 3,75% (ISIN: XS1388625425), che questa settimana rendevano il 2,77%, segnando un calo di prezzo del 9% da febbraio, pur in rialzo di quasi il 10% dai minimi di marzo. E spostandoci alle obbligazioni in dollari, troviamo il callable aprile 2023 e cedola 5,25% (ISIN: US31562QAF46), che quotano esattamente alla pari, rendendo così proprio il 5,25% all’anno. In questo caso, bisogna fare i conti con il rischio di cambio, ma stando alle aspettative del mercato sull’andamento del dollaro contro l’euro nel prossimi triennio, il rendimento effettivo scenderebbe solamente di qualche punto percentuale, rimanendo elevato. E a differenza dei precedenti due titoli, prezzando alla pari, non comporta nemmeno il rischio di minusvalenze per il caso si dovesse attendere la scadenza.

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