Non solo titoli di stato. Sul mercato obbligazionario si trovano scadenze lunghissime anche tra i bond corporate. Uno di questi è di Enel, emesso lo scorso anno e che verrà rimborsato in data 24 maggio 2080 (ISIN: XS2000719992). Dunque, oggi ha durata residua di 60 anni, un arco temporale che coincide con gran parte della vita di un investitore. La cedola è fissa del 3,50% e pagata posticipatamente ogni anno, ma solamente fino al 24 maggio 2025. Di lì in avanti, risulterà agganciata al tasso midswap a 5 anni, incrementato di 356,4 punti base fino al 24 maggio 2030.

Da quest’altra data, il margine di incremento sale di ulteriori 25 punti base fino al 24 maggio 2045 e da qui in avanti di ulteriori 75 bp e fino alla scadenza.

Obbligazioni Enel sostenibili, grande successo per il bond “ibrido”

In altre parole, la cedola salirà fino a +456,4 punti base sopra il tasso midswap a 5 anni. Quest’ultimo si aggira al -0,34% allo stato attuale, ma sulla sua evoluzione futura non sono possibili previsioni. Se per ipotesi assurda, il midswap a 5 anni restasse invariato fino alla scadenza, la cedola salirebbe gradualmente al 3,22% fino al 2030, al 3,47 dal 2030 fino al 2045 e al 4,22% dal 2045 fino al 2080.

Considerate che prima dell’allentamento monetario straordinario della BCE, in condizioni monetarie “normali”, il tasso a 5 anni nell’Eurozona arrivò a superare il 3%. Se nei prossimi decenni si tornasse a quei livelli, saremmo di fronte a cedole che oltrepasserebbero il 7,50%, divenendo molto appetibili per il mercato e sostenendo i prezzi delle obbligazioni Enel.

Investimento tendenzialmente proficuo

Attualmente, la quotazione si ha intorno a 106,30, per cui l’investimento comporta un esborso superiore al valore nominale del bond. Quello minimo è di 100.000 euro, a fronte del quale bisognerebbe spendere 106.300 euro. Enel si riserva la facoltà di rimborsare il titolo anticipatamente già in data 24 maggio 2025. Supponendo che si avvalesse di tale facoltà, il rendimento odierno alla scadenza sarebbe del 2,05% lordo, pari all’1,52% netto.

Non esaltante, ma nemmeno da buttare in un momento in cui il BTp quinquennale offre ormai appena mezzo punto percentuale.

Difficile, però, che arriveremmo a livelli cedolari esorbitanti come quelli che abbiamo insinuato pocanzi, quando abbiamo esaminato velocemente il possibile andamento del tasso midswap a 5 anni.

In effetti, se il rendimento delle obbligazioni risultasse superiore (e di parecchio) ai tassi di mercato in vigore, Enel troverebbe conveniente alle date fissate di esercitare la facoltà di rimborso anticipato, per farlo potendo indebitarsi a costi inferiori a quelli che risparmierebbe con l’annullamento del bond. Dunque, l’investimento va considerato come una buona opportunità per puntare sulle lunghe scadenze senza temere rendimenti inferiori a quelli di mercato, dato che l’aggancio al midswap sosterrebbe la cedola. Per contro, una sua salita eccessiva creerebbe le condizioni per procedere al rimborso anticipato. Ricordiamo che Enel gode di rating “investment grade”, complessivamente migliori di quelli sovrani italiani: “BBB+” per S&P, “Baa2” per Moody’s e “A-” per Fitch.

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