Se l’Unione Europea cerca di di ritagliarsi la leadership del mercato globale dei “green bond”, in Africa è il Ghana a puntare sulle obbligazioni ESG. Si tratta di titoli del debito legati a obiettivi di sostenibilità ambientale e sociali. Il ministro delle Finanze, Ken Ofori-Atta, ha annunciato che entro l’anno ne verranno emesse per un controvalore di 2 miliardi di dollari.

Il Ghana aveva annunciato a inizio anno emissioni sui mercati internazionali per 5 miliardi di dollari, di cui 3 sono già avvenute nella primavera scorsa.

Tra queste, vi è stata una tranche a 4 anni zero coupon, cioè senza cedola. E’ stato un evento eclatante, anche perché inatteso dagli analisti. Peraltro, il bond è stato collocato sul mercato a fortissimo sconto. Ha debuttato in area 78 centesimi e ancora oggi viaggia sugli 80 centesimi. Ai prezzi attuali, offre un rendimento superiore al 6%.

Nel caso specifico, il ministro ha voluto rassicurare sul fatto che punti a strappare le migliori condizioni possibili, premettendo che su queste obbligazioni ESG non esisterebbe alcun premio riconosciuto dai mercati. Dei 5 miliardi in tutto emessi quest’anno, 3,5 miliardi serviranno a rimborsare debiti sostenibili in scadenza. Pertanto, l’indebitamento netto è di 1,5 miliardi. Con i proventi raccolti, Accra punta a implementare un piano per l’istruzione secondaria gratuita.

Le condizioni fiscali sono assai gravi. Il deficit nel 2020 è esploso all’11,7% ed è atteso quest’anno al 9,5% del PIL. Per fortuna, il tasso di crescita dovrebbe salire al 5% dallo 0,4% dello scorso anno. Le agenzie di rating valutano molto male il debito sovrano ghanese: B- per S&P, B per Fitch e B3 per Moody’s. Del resto, il rapporto debito/PIL nel 2020 è salito sopra il 78% e quest’anno dovrebbe superare l’81%. D’altra parte, il presidente Nana Akufo-Addo sta implementando un piano di digitalizzazione per incrementare la base imponibile e contrastare l’evasione fiscale. A suo dire, in tre anni la prima quintuplicherebbe e il gettito fiscale raddoppierebbe al 28% del PIL.

Se i fatti gli dessero ragione, il debito diverrebbe di gran lunga più sostenibile e le obbligazioni ESG di prossima emissione molto più allettanti.

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