Autostrade per l’Italia è tornata a rifinanziarsi sul mercato dei capitali nella giornata di ieri con l’emissione di nuove obbligazioni suddivise in due tranche a 6 e 10 anni. E’ stata la prima operazione ad essere eseguita dopo la ri-nazionalizzazione della società, che fino a pochi mesi fa era controllata dalla holding della famiglia Benetton, Atlantia. Adesso, risulta in mano a una cordata capeggiata da Cassa depositi e prestiti.

Le obbligazioni Autostrade sono state emesse per un importo complessivo di 1 miliardo di euro, di cui 500 milioni la prima tranche e altri 500 milioni la seconda.

La domanda è stata molto alta: 1 miliardo per la tranche a 6 anni e 1,3 miliardi per la tranche a 10 anni. Il rendimento esitato è stato inferiore alle previsioni. La scadenza a 6 anni è stata collocata tra gli investitori a +155 punti base sul tasso midswap, mentre quella a 10 anni a +195 punti base. I rispettivi prezzi di reoffer sono stati di 99,384 e 99,039 centesimi.

Obbligazioni Autostrade assimilabili ai BTp?

Stando ai tassi midswap vigenti sul mercato, deduciamo che il rendimento delle obbligazioni Autostrade a 6 anni sia stato dell’1,74% e quello della scadenza a 10 anni del 2,38%. Rispetto all’attuale curva dei tassi dell’Italia, il premio risulta rispettivamente di circa 93 e 96 punti base. Perché facciamo il confronto con i BTp? Per il semplice fatto che adesso la società è dello stato, per cui il rischio di credito nei fatti dovrebbe essere considerato quasi equivalente a quello dei bond sovrani.

Formalmente, Autostrade per l’Italia resta una società soggetta alla disciplina civilistica come qualsiasi altra società privata. Tuttavia, ci permettiamo di notare che lo stato non permetterebbe mai a una sua controllata di fallire, perché ne andrebbe del suo stesso buon nome e della sua affidabilità creditizia percepita tra gli investitori. Dunque, le obbligazioni Autostrade da poco collocate sul mercato offrirebbero un premio cospicuo rispetto ai titoli di stato.

Al netto della tassazione, il rendimento a 6 anni è di circa l’1,29% e quello a 10 anni dell’1,76%. In entrambi i casi, inferiori al tasso d’inflazione attuale e al target BCE del 2% nel medio termine.

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