La società AMC Entertainment ha emesso in settimana nuove obbligazioni in dollari per un controvalore di 950 milioni, quasi il doppio dei 500 milioni ipotizzati alla vigilia dell’operazione. Grazie all’accoglienza più calorosa del previsto, l’emittente ha potuto aumentare l’importo e ridurre il rendimento offerto dall’8% ipotizzato al 7,5%. Si è trattato di un successo a tutti gli effetti per il bond “high yield”. Ad attirare i capitali è stata certamente l’alta cedola. Per quanto in netto rialzo nelle ultime settimane, il rendimento medio offerto dalle obbligazioni “spazzatura” americane è ancora di poco superiore al 5,10%.

Pertanto, le obbligazioni AMC garantiscono un premio di quasi 240 punti base.

Nel dettaglio, i titoli di nuova emissione hanno scadenza nel 2029, per cui debuttano con una durata di 7 anni. I proventi raccolti serviranno a rifinanziare debiti in scadenza nei prossimi anni e accesi durante la pandemia. Parliamo del bond 15 aprile 2025 e cedola 10,5% (ISIN: USU0237LAH88) e del bond 24 aprile 2026 e cedola 15% (ISIN: USU0237LAM73). Come possiamo capire dalle altissime cedole, questi debiti furono contratti nel 2020 ad altissimo prezzo per AMC. Adesso che i costi di indebitamento si sono abbassati per la società, conviene procedere al rimborso anticipato dei 565 milioni di dollari complessivi.

AMC è una società che gestisce sale cinema e teatro. Con la pandemia, il business è andato in malora. Le agenzie di rating hanno suonato il de profundis, declassando il debito a livelli infimi. S&P arrivò ad assegnargli il livello SD, ossia di Selective Default. Dagli inizi dello scorso anno, tuttavia, la società ha ripreso fiato. E non tanto per l’allentamento delle restrizioni anti-Covid, che sono andate di pari passo ai progressi sul fronte delle vaccinazioni. Ad avere dato una seconda chance al business è stato un gruppetto di trader, che ha iniziato ad acquistare le azioni AMC per il solo gusto di punire gli investitori “shortisti”, cioè coloro che avevano scommesso al ribasso sul titolo.

Obbligazioni AMC, rischi e prospettive

E così, dai 2 dollari di inizio 2021, le azioni AMC sono salite fino a un massimo di oltre 60 dollari del mese successivo. Approfittando del fenomeno noto come “meme stock”, la società ha venduto nuove azioni a prezzi elevati e con il relativo ricavato ha abbattuto parte dell’elevato debito. Non illudetevi, però, che basti questo per giudicare le obbligazioni AMC relativamente sicure. I rating restano bassissimi e vicini allo stato di default conclamato. Al 30 settembre scorso, il debito societario ammontava a oltre 5 miliardi, a fronte di ricavi nei primi nove mesi dell’anno per 1,356 miliardi. A questi andrebbero sommati i previsti 1,17 miliardi del quarto trimestre. La liquidità disponibile ammontava, invece, a 1,8 miliardi

E i conti vanno male. Sempre in nove mesi, le perdite sono state pari a 1,135 miliardi e altri quasi 200 milioni sono attesi nel quarto trimestre. Peraltro, la società spende troppo in interessi: 328 milioni al 30 settembre scorso, su dai 219 milioni dello stesso periodo del 2020. Le nuove obbligazioni AMC servono per l’appunto ad abbattere gli interessi e ad allungare le scadenze. Se si tornasse ai livelli pre-Covid, il quadro diverrebbe meno drammatico. Nel 2019, i ricavi si attestarono a quasi 5,5 miliardi, ma comunque la società chiuse in rosso di 149 milioni.

In altre parole, non possiamo scommettere con sicumera sul fatto che la fine della pandemia segni il ritorno all’utile di AMC. Le obbligazioni appena emesse presentano rischi elevati, ben captati dall’alto rendimento offerto. A questo si aggiunge il rischio di cambio, trattandosi di titoli denominati in dollari. Qualora da qui alla scadenza o alla previa data di disinvestimento del bond, l’euro si rafforzasse contro il biglietto verde, subiremmo una perdita in conto capitale. I prezzi, poi, potrebbero muoversi al ribasso nei prossimi anni, infliggendo minusvalenze per coloro che volessero rivendere.

Al contrario, il bond 2025 ha più che raddoppiato le quotazioni dai minimi toccati nell’ottobre 2020, segnando un boom del 115% a circa 104.

[email protected]