Anche il Marocco approfitta dei bassi costi di rifinanziamento vigenti sui mercati internazionali per emettere un bond in euro da 1 miliardo. Il governatore della banca centrale, Abdellatif Jouahri, ha dato mandato a Barclays, BNP Paribas, JP Morgan e Natixis. Una nuova emissione avverrà nel 2021. I proventi della raccolta serviranno a rimborsare obbligazioni in euro in scadenza agli inizi di ottobre per 1 miliardo.

Le due emissioni puntano a sostenere le riserve valutarie, che risultano scese a 294,7 miliardi di dirham, pari a 27,3 miliardi di euro, attese in calo a 289 miliardi nei prossimi due anni, sufficienti a coprire poco più di 6 mesi di importazioni.

L’economia marocchina è stata anch’essa colpita duramente dall’emergenza Covid, tant’è che il pil quest’anno dovrebbe contrarsi del 6,3%. L’impatto negativo sulle riserve si ha principalmente a causa del crollo delle presenze turistiche straniere, fonte primaria di accesso alla valuta pesante per Rabat.

Ciononostante, esistono svariati elementi a favore di un investimento sul mercato sovrano marocchino. Per prima cosa, la stabilità del cambio. Quest’anno, contro l’euro è quasi invariato e nell’ultimo decennio ha segnalato una forte solidità. I tassi d’interesse sono fissati dalla banca centrale all’1,5%, a fronte di un’inflazione risalita ancora solo allo 0,9%, per cui i tassi reali risultano positivi. Non è ormai scontato di questi tempi, nemmeno tra le economie emergenti.

Bond emergenti favoriti dalla svolta Fed sull’inflazione

Rendimenti bond Marocco contenuti

E così, quest’anno il rendimento a 10 anni è diminuito al 2,35% dal 2,76% di inizio 2020. Il biennale si attesta all’1,76%, giù da oltre il 2,30%. Trattasi di livelli quasi da mercato avanzato, segno della fiducia riscossa tra gli investitori. In effetti, il debito pubblico ammonta al 66% del pil, non così elevato, pur trattandosi di un paese emergente. I rating sono “investment grade”: BBB- per S&P e Fitch, Ba1 per Moody’s, sostanzialmente giudizi simili a quelli riscossi dall’Italia.

Il bond è stato emesso in due tranche da 5,5 e 10 anni, rispettivamente con cedola 1,375% e 2%. La domanda è stata pari a 2,5 miliardi ed è arrivata da 197 investitori. Sapevamo già che il titolo in euro giugno 2024 e cedola 3,50% (ISIN: XS1079233810) offriva lo 0,70% nelle ore precedenti all’emissione, mentre quello che verrà rimborsato nel novembre 2031 e cedola 1,50% (ISIN: XS2080771806) si attestava all’1,84%. Il titolo più longevo è denominato in dollari, scade nel dicembre 2042 con cedola 5,50% (ISIN: XS0864259717) e rendeva il 3,46%. Pertanto, i rendimenti esitati sono stati in linea con le attese. Non alti, ma sarebbe un modo per diversificare il portafoglio, puntando su un asset con probabilità di apprezzamento man mano che l’emergenza sanitaria globale più acuta dovesse rientrare, accompagnandosi alla ripresa dei flussi turistici.

Del resto, il BTp a 4 anni dell’Italia offre poco più di zero, a parità di rating ed essendo il più generoso nell’Eurozona, insieme all’omologo bond ellenico. Anche sul piano geopolitico il Marocco si mostra rassicurante, essendo un alleato di Europa e USA e, pertanto, beneficiando della relativa facilità di accesso al mercato dei capitali e agli eventuali aiuti finanziari degli organismi internazionali per il caso di bisogno.

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