La Germania ha dato mandato ieri a Barclays, BNP Paribas, Deutsche Bank, Goldman Sachs e JP Morgan di occuparsi del collocamento sindacato del nuovo Bund a 30 anni. Scadenza 15 agosto 2053, offre agli obbligazionisti una cedola fissa annua lorda dell’1,80%. Era da anni che il trentennale tedesco non offrisse più un tasso d’interesse. Le emissioni dal 2050 in poi erano avvenute senza cedola (zero coupon). Del resto, fino a pochi mesi fa la scadenza più lunga della Germania continuava a rendere poco più di zero.

Ma l’era dei rendimenti negativi si è conclusa con l’impennata dell’inflazione e il rialzo dei tassi BCE.

Sul mercato secondario, il Bund a 30 anni rendeva ieri quasi il 2,20% contro lo 0,20% di inizio anno. Come potete notare, si tratta di un livello nettamente più elevato di quello scaturito ieri dal pricing del titolo. E, peraltro, a fronte di una scadenza di un anno più lunga. La differenza è giustificata proprio dalla presenza della cedola. L’attuale benchmark 15 agosto 2052 scambiava ieri a meno di 53 centesimi, ma l’obbligazionista rimarrebbe a bocca asciutta fino al disinvestimento o alla scadenza. Naturale che pretenda un rendimento nominale maggiore per inserire in portafoglio un asset potenzialmente infruttifero per decenni.

Bund a 30 anni, due motivi per comprarli

Detto questo, i rendimenti tedeschi restano bassissimi. Il Bund a 30 anni ancora offre il -9% in termini reali, considerato che l’inflazione in Germania a settembre sia schizzata al 10,9%. Evidentemente, il mercato sconta una crescita futura dei prezzi al consumo assai limitata. E i titoli di stato emessi dal Tesoro di Berlino restano appetibili per l’estremo grado di sicurezza fornito al mercato. Pensate che sulla medesima scadenza l’Italia è costretta a pagare il 4,55%, a fronte di aspettative d’inflazione persino più basse.

Perché comprare il Bund a 30 anni? Due le soluzioni possibili: inserire in portafoglio un asset di qualità per godere di un rendimento limitato, ma al tempo stesso sicuro.

L’alternativa sarebbe scommettere sull’apprezzamento del bond dopo che si sarà conclusa la fase rialzista dei tassi nell’Eurozona. A quel punto, il trentennale tedesco salirebbe di prezzo con il ribasso dei rendimenti. Pur con “duration” più bassa dei Bund a 30 anni senza cedola, le soddisfazioni per i possessori sarebbero elevate. E anche in un ambiente di ulteriore rialzo dei tassi, i titoli tedeschi si mostrano competitivi, grazie al fatto di essere considerati benchmark e, in quanto tali, offrono i rendimenti più bassi dell’Eurozona.

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