La scorsa settimana, la Grecia ha raccolto sui mercati altri 2,5 miliardi di euro con il collocamento sindacato del nuovo bond a 5 anni. La scadenza 15 giugno 2028 (ISIN: GR0114033583) offre una cedola lorda del 3,875% annuale ed è stata prezzata a 99,908 centesimi, per cui il rendimento lordo esitato è stato del 3,919%. L’emissione è seguita a quella del nuovo decennale a gennaio, che ha raccolto 3,5 miliardi. Pertanto, il Tesoro di Atene ha già messo in cassa 6 dei 7 miliardi di euro stimati per quest’anno. Non avrebbe bisogno di nuove emissioni, se consideriamo che dispone di liquidità per 38 miliardi.

Ma queste operazioni sono un modo per affermare la capacità del governo di rifinanziarsi sui mercati dopo anni di assenza dovuta al crac del 2010. Inoltre, puntano a tenere elevate le scorte di liquidità per rassicurare gli investitori circa la solvibilità del debito pubblico ellenico, sopra il 175% del PIL.

Rating “spazzatura”, rendimenti elevati

Elevati gli ordini per il nuovo bond della Grecia: 19 miliardi, di cui i due terzi arrivati dall’estero. Bassi i rating assegnati ai titoli di stato di Atene: BB+ per S&P e Fitch, Ba3 da Moody’s. L’outlook è stabile in tutti e tre i casi. Possibile, ma non scontato, che nel medio termine almeno una delle tre principali agenzie aumenti il rating in area “investment grade”, consentendo alla Grecia di beneficiare non solo degli acquisti della Banca Centrale Europea, ma anche dei numerosi fondi d’investimento che per statuto sono tenuti a inserire in portafoglio solo debito di qualità medio-alta.

C’è stata soddisfazione al Tesoro per i risultati del collocamento. Il ministro delle Finanze, Christos Staikouras, ha sottolineato come il buon esito sia avvenuto nel bel mezzo delle tensioni sui mercati finanziari mondiali. C’è da dire, comunque, che il rendimento esitato è stato elevato, circa +90 punti sul tasso “midswap”. Rispetto all’Italia, parliamo di un quarto di punto percentuale in più.

Rischi da elezioni per bond Grecia

I bond della Grecia sono considerati a rischio medio-alto dagli investitori, anche se a tratti rendono meno dei BTp. La situazione può peggiorare con le imminenti elezioni politiche del 21 maggio. Il centro-destra al governo del premier Kyriakos Mitsotakis perderebbe la maggioranza assoluta dei seggi, anche a seguito della nuova legge elettorale che a questo giro non assegna alcun premio di maggioranza al vincitore. Dopo le elezioni, gli scenari più probabili sarebbero due: una grande coalizione tra centro-destra e pezzi di centro-sinistra (improbabile) o un governo di centro-sinistra tra Syriza, Pasok e MePA25.

L’instabilità politica tornerebbe a fare capolino ad Atene e non sarebbe una buona notizia per i bond della Grecia, che negli ultimi anni hanno risalito la china grazie alle riforme varate per ottenere in cambio gli aiuti della Troika (UE, BCE e FMI). Una maggioranza litigiosa e senza bussola difficilmente proseguirebbe su questa strada. Per questo il giudizio sui titoli del debito resta sospeso fino a quando non sarà chiaro cosa accadrà, chi andrà al governo e in quali condizioni dopo maggio. Non esisterebbero rischi fiscali a breve, data l’elevata liquidità accumulata dal governo ed essendo i tre quarti del debito in mano ai creditori pubblici europei, cioè sottratti al mercato. Semmai, l’incertezza allontanerebbe il ritorno dei bond greci nell’area IG e fiaccherebbe lo spirito degli investitori.

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