Goldman Sachs emette nuove obbligazioni in dollari e sbarca  sul mercato telematico (MOT) di Borsa Italiana. Sono infatti in negoziazione da oggi sul circuito telematico obbligazionario nuovi bond emessi da Goldman Sachs International con scadenza 2026 (codice ISIN XS1318212633) per 100 milioni nominali. I titoli sono stati collocati lo scorso 20 giugno 2016 alla pari e fruttano interessi a tasso fisso per i primi due anni e poi a tasso variabile per gli altri otto. Il rimborso è previsto in unica soluzione il 20 giugno 2026, salvo possibilità di rimborso anticipato previsto dalla clausole del prospetto informativo.

Più in dettaglio, si tratta di una obbligazione bancaria senior unsecured che prevede il pagamento di una cedola pari al 6,25% per i primi due anni e, poi, a partire dal 2018, maturerà interessi in forma variabile calcolati in base all’andamento del tasso Libor trimestrale con un massimo del 4% (cap) e un minimo del 1% (floor). Il bond è negoziabile sul segmento MOT di Borsa Italiana per importi minimi di 2.000 Usd e gode di rating A1 per Moddy’s e A per l’agenzia Standard & Poor’s e Fitch

Goldman Sachs, crollano gli utili nel primo trimestre

Goldman Sachs Group ha subito nel primo trimestre 2016 un crollo dell’utile netto del 60% circa per effetto dell’impatto della volatilità del mercato sui suoi business principali ma e’ comunque riuscita a battere le attese di Wall Street sulla falsariga di quanto fatto dalle altre grandi banche americane. La banca d’affari newyorkese ha in particolare messo a segno un utile netto di 1,14 miliardi di dollari, a fronte dei 2,84 miliardi del pari periodo dell’anno scorso, per un Eps in contrazione da 5,94 dollari a 2,68 dollari, mentre i ricavi sono crollati del 40% a 6,34 miliardi. Goldman Sachs e’ riuscita a battere le attese di 2,45 dollari del consenso degli analisti mentre ha deluso sul fronte dei ricavi, stimati dal mercato in 6,73 miliardi.

Tra i vari core-business male i ricavi a trading con un calo del 37% a 3,44 miliardi. Negli ultimi giorni tutte le grandi banche Usa hanno comunque comunicato forti cali delle attività di negoziazione con ricavi in flessione dall’11% di Jp Morgan Chase al 34% di Morgan Stanley. Andamento negativo anche per il business dell’investment banking con ricavi in contrazione del 23% a 1,46 miliardi. Il Roe della grande banca d’affari e’ inoltre calato dal 14,7% al 6,4% mentre le spese operative sono scese del 29% a 4,76 miliardi. “Il contesto operativo in questo trimestre ha presentato un ampio ventaglio di difficoltà, con conseguente turbolenze in quasi tutti i nostri business”, ha commentato l’amministratore delegato Lloyd Blankfein.