La Reserve Bank of Australia (RSA) ha tagliato i tassi di altri 15 punti base, portandoli al nuovo minimo storico dello 0,10%. La decisione del governatore Philip Lowe è dovuta alla necessità di continuare a sostenere l’economia australiana, che nel secondo trimestre di quest’anno ha ripiegato del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2019, entrando in recessione per la prima volta dal 1991. L’istituto ha anche comunicato che acquisterà titoli di stato per 100 miliardi di dollari locali (60,7 miliardi di euro) sulle scadenze che vanno dai 5 ai 10 anni.

Inoltre, ha abbassato dallo 0,25% allo 0,10% il target per i rendimenti a 3 anni, così da ricondurli in linea con il nuovo “cash rate”.

Questi annunci non potranno che fare bene alla curva sovrana dell’Australia. I suoi rendimenti a 30 anni sfiorano ancora l’1,80%, praticamente i livelli italiani. Il mercato sovrano domestico non conosce ad oggi i rendimenti negativi, perché la RSA non ha ancora adottato una politica monetaria così estrema come quella delle altre principali banche centrali, Federal Reserve e BCE in testa.

Australia in recessione per la prima volta dal 1991 e ci dice che andrà tutto bene

Chiaramente, l’avere annunciato acquisti concentrati su uno specifico tratto della curva non potrà che sostenere i corsi delle scadenze comprese tra i 5 e i 10 anni. Tra l’altro, stiamo parlando di debito pubblico con rating tripla A, cioè giudicato massimamente sicuro da tutte le agenzie di valutazione internazionali. Certo, acquistandolo corriamo il rischio di cambio. Quest’anno, il dollaro australiano, o aussie nel gergo dei mercati, ha perso il 2,4% contro l’euro. Tuttavia, sulle prospettive a breve e medio termine non ci sentiamo di sbilanciarsi. Molto dipenderà dall’evoluzione del Covid.

Australia verso contagi zero

Mentre l’Eurozona è in piena seconda ondata di contagi, l’Australia ha quasi azzerato il numero dei nuovi positivi, che nella giornata di ieri sono stati appena 7.

Probabile che giochino a favore fattori come la scarsa densità abitativa e la stagione mite. Il continente australe, infatti, si avvia all’estate e sappiamo che il rialzo delle temperature indebolisce i virus.

Questo potrebbe significare che l’economia australiana starebbe già per rimbalzare, sebbene Lowe ha voluto smentire gli analisti che sostengono che essa sia già fuori dalla recessione. “Secondo ogni tipo di valutazione, siamo in recessione”, ha spiegato. Ma non possiamo negare che il quasi azzeramento dei contagi, a fronte di un boom in Europa, favorisca la ripresa del PIL prima e più velocemente. E ciò avrebbe un impatto positivo sul cambio, anche perché probabilmente la RSA non si troverebbe più nei prossimi mesi nella condizione di dover nuovamente allentare la politica monetaria, fatto salvo che abbia annunciato che terrà il costo del denaro per almeno i prossimi tre anni.

Per contro, la Cina resta uno dei principali rischi per l’Australia. Gran parte delle esportazioni si hanno verso Pechino e il regime comunista ha inasprito le relazioni commerciali con Canberra sulle tensioni con Washington e il sostegno del governo conservatore di Scotto Morrison alla Casa Bianca. Al netto di queste tensioni, sembra che le prospettive per il mercato sovrano australiano siano positive.

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