E’ un momento difficilissimo per l’economia egiziana, colpita duramente dalla guerra tra Russia e Ucraina, essendo un’importatrice di materie prime da Mosca, tra cui grano. La banca centrale è stata costretta nei giorni scorsi a svalutare il cambio del 14% contro il dollaro. La mossa è stata apprezzata dagli investitori, come dimostra il netto rialzo dei bond egiziani nelle ultime settimane.

Ieri, l’obbligazione con scadenza 15 gennaio 2032 e cedola 7,053% (ISIN: XS2079842642) è balzata del 3,5% sulla notizia che l’Arabia Saudita ha depositato presso la banca centrale egiziana 5 miliardi di dollari a titolo di sostegno all’economia nordafricana.

Nell’ottobre scorso, il regno aveva erogato altri 3 miliardi e successivamente aveva esteso la durata di un prestito passato da 2,3 miliardi. In totale, gli aiuti di Riad a Il Cairo ammontano a 10,3 miliardi. Nei giorni scorsi, nel tentativo di raccogliere capitali sui mercati in cui abbondano, il Tesoro aveva emesso un cosiddetto bond Samurai, cioè denominato in yen e rivolto agli investitori nipponici.

Bond egiziani, rendimenti in forte calo

C’era proprio bisogno di notizie positive per l’Egitto, che spera di ricevere ulteriori aiuti dal Fondo Monetario Internazionale. Essi sono più vicini dopo il sostegno elargito ieri dal regno saudita. Tra le condizioni spesso poste dall’istituto per erogare prestiti vi è la compartecipazione da parte di altri stati. E così, il rendimento dei bond egiziani a 10 anni in dollari è sceso ieri al 9,42% dal 14,45% dell’8 marzo scorso. In pratica, nel giro di tre settimane i prezzi sono aumentati di circa il 23%. Un affare per gli investitori che li avevano acquistati ai minimi e magari rivenduti in queste ore.

Allo stato attuale, le riserve valutarie del paese ammonterebbero a circa 6 mezzi e mezzo di importazioni. La situazione non è così allarmante da questo fronte, sebbene il deterioramento delle condizioni macro sia evidente. I bond egiziani pagano tra l’altro possibili tensioni politiche interne.

Quando i prezzi dei generi alimentari esplosero come oggi nel 2010-’11, il regime di Hosni Mubarak fu travolto dalle manifestazioni di piazza dopo 30 anni. Il vento delle “primavere arabe” sembra aver smesso di soffiare da un po’ di tempo, ma il carovita rischia di destabilizzare nuovamente diverse economie emergenti. L’Egitto è una di queste. Lo testimonia lo spread di 700 punti dei bond egiziani decennali rispetto ai Treasuries americani.

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