Alphabet, la società madre di Google, ha appena emesso obbligazioni per un controvalore record di 10 miliardi di dollari, suddivise in diverse tranche. Quella a 5 anni ha esitato una cedola di appena lo 0,45%, uguale al titolo quinquennale emesso nel 2013, ma superiore al tasso del triennale emesso da Amazon a giugno allo 0,40%, quest’ultimo mai così poco nella storia delle società americane. Tuttavia, il quinquennale del colosso delle vendite online risultò più costoso, offrendo lo 0,80%.

Il successo dell’operazione è stato garantito dall’alta domanda, con gli ordini che si sono attestati a 31 miliardi, oltre 3 volte l’importo offerto.

Le scadenze a 7, 20 e 40 anni hanno fatto incassare all’emittente 4,5 miliardi, i cui proventi verranno utilizzati per scopi generali, incluse eventuali acquisizioni aziendali. I restanti 5,5 miliardi serviranno a finanziare iniziative “green”, cioè legate a finalità ambientali, sociali e di governance.

La scorsa settimana, Alphabet ha pubblicato i numeri del secondo trimestre, dai quali è emerso il primo calo delle vendite in 16 anni, pur compensato dall’aumento del fatturato pubblicitario su Google. Non esistono dubbi sulla solidità finanziaria del gigante, che tra l’altro controlla anche YouTube. In effetti, parliamo di un emittente valutato dalle agenzie con rating molto elevati: “Aa2” per Moody’s e “AA+” per S&P.

Come i rendimenti negativi sostengono l’oro a 2.000 dollari

Caccia alla “yield”

Per quanto basse siano le cedole offerte, restano superiori ai rendimenti del Tesoro americano. Il Treasury a 5 anni, ad esempio, offre la metà dello 0,45% appena esitato dall’emissione. Tanto basta agli investitori per buttarsi nell’affare, alla ricerca di strumenti su cui spuntare rendimenti superiori a quelli minimi record sovrani negli USA, un modo per non tenersi liquidi, ma al contempo per mostrarsi abbastanza flessibili con soluzioni di portafoglio relativamente brevi. Non ci sono alternative migliori, dato che nel mondo 16.000 miliardi di dollari di bond offrono rendimenti negativi, circa un quarto delle emissioni sovrane.

In effetti, le obbligazioni con tripla “A” negli USA stanno rendendo ai minimi di sempre con l’1,41%, che si confronta con il precedente minimo dell’1,53% toccato nell’autunno del 2012. E’ il segno di come il mercato stia reagendo alla caduta dei rendimenti del debito a stelle e strisce, che potrebbero portarsi tutti al di sotto dell’1% lungo la curva, a causa delle tensioni economiche, politiche e commerciali di questa fase, perlopiù legate all’emergenza Covid.

Interessante, infine, l’emissione di obbligazioni con finalità ambientali, che vanno ad incrementare quelle già attese sostenute per quest’anno, nell’ordine dei 350 miliardi di dollari.

Google lancia il suo primo bond (da 3 miliardi)

[email protected]