L’impennata dei rendimenti ha reso i titoli di stato asset d’investimento nuovamente interessanti per i piccoli risparmiatori. Dopo anni di rendimenti minimi e spesso negativi, adesso persino le scadenze medio-brevi stanno mostrandosi appetibili. Fino a qualche mese fa, non avremmo neppure discusso dell’andamento del BTp a 10 anni. Sarebbe stato inutile, dato che non sarebbe interessato a nessuno. Invece, ieri questa scadenza offriva più del 3%. Nella prospettiva di investire il proprio denaro nel lungo periodo, soglia più che accettabile, tenuto conto del grado di rischio quasi nullo.

Rendimento netto, due scadenze decennali

Ci sono due BTp a 10 anni in scadenza nel 2032. L’attuale “benchmark” sul mercato secondario è rappresentato dal bond 1 giugno 2032 e cedola 0,95% (ISIN: IT0005466013). Ieri, presentava una quotazione di 82,76 centesimi mentre scrivevamo. Ad essa corrispondeva un rendimento netto annuale del 2,82%. Significa che per inserire in portafoglio 1.000 euro nominali, avremmo speso 827,60 euro.

Poi, c’è l’altro bond in scadenza l’1 dicembre 2032 e cedola 2,5% (ISIN: IT0005494239). Di fatto, sarà il prossimo decennale “benchmark” nei prossimi mesi. Esso quotava un po’ sopra 95 centesimi, per cui offriva un rendimento netto del 2,72%. Sulla base di questo solo dato, dedurremmo che sarebbe più conveniente (pur di poco) acquistare il BTp a 10 anni in scadenza a giugno 2032. Ma non sarebbe esattamente così. Nel primo caso, la cedola netta rapportata al valore dell’investimento risulta essere dell’1%. Nel secondo caso, essa è del 2,3%.

In effetti, acquistando il BTp giugno 2032 incasseremmo ogni anno 8,31 euro per ogni 827,60 euro effettivamente spesi. Acquistando il BTp dicembre 2032, invece, incasseremmo 28,57 euro per ogni 952 euro circa spesi. Questo significa anche che con il primo BTp a 10 anni la cedola incide per poco più del 15% del rendimento netto annuale alla scadenza, con il secondo per quasi il 65%. In altre parole, la stragrande maggioranza del rendimento nel primo caso ci sarebbe offerto dal guadagno realizzato alla scadenza, quando il Tesoro ci rimborserà un capitale alla pari, cioè a 100.

Nel secondo caso, per quasi i due terzi deriverebbe dall’incasso periodico delle cedole.

BTp a 10 anni, scelta legata alla cedola

Pensate di compiere la seguente scelta: volete un rendimento del tot% quasi tutto alla scadenza o preferite incassarlo durante il periodo d’investimento? In molti di noi opteremmo per questa seconda possibilità, specie in un ambiente di alta inflazione, che sta falcidiando i redditi. Faremmo un pensierino alla prima opzione se il rendimento offerto fosse notevolmente superiore, ma qui siamo in presenza di uno zero virgola in più. Dunque, meglio sarebbe optare per il BTp a 10 anni con scadenza a dicembre 2032.

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