Più volte abbiamo scritto che se sei un semplice investitore individuale, i ragionamenti che dovresti compiere nel momento in cui decidi quale asset acquistare dovrebbero essere più spiccioli e, in parte, verosimilmente diversi da quelli in voga nel mondo dell’alta finanza. Anche con i BTp è così, come ti spieghiamo in questo articolo. Se ci hai seguito su Investire Oggi, sai che il solo rendimento non dovrebbe guidare la scelta d’investimento, perché a parità di scadenze o nel caso in cui queste non fossero così lontane tra loro, la cedola ricopre un ruolo importante.

Più questa è alta, minore la “duration”. E minore la duration, più bassa la volatilità del titolo, cosa che va a beneficio di una famiglia che volesse evitare di assumersi eccessivi rischi nel caso di disinvestimento anticipato.

Per investire in bond conta la cedola, non solo il rendimento: ecco come evitare errori

In un certo senso, quanto vi proponiamo adesso va nella direzione opposta. Non siamo incoerenti, semplicemente vogliamo mettervi in guardia dal rischio di puntare eccessiva attenzione sulla cedola, rischiando di ritrovarvi con un rendimento effettivo alla scadenza inferiore a quello nominale indicato e che pensavate di portare a casa. La variabile di cui tenere conto riguarda la tassazione. Le cedole dei BTp vengono tassate al 12,50%, anziché al 26% come per la generalità dei altri proventi di natura finanziaria. Anche le plusvalenze maturate sui titoli sono tassate al 12,50%, vale a dire la differenza tra il minore prezzo di acquisto rispetto a quello di cessione anticipata o di rimborso alla scadenza. In pratica, se compro a 95 e vendo a 100, lo stato riscuote 0,625 (12,50% su 5).

La grana minusvalenze con i BTp

E se acquisto un BTp sopra la pari o lo rivendo anticipatamente a un prezzo inferiore a quello di acquisto? Lo stato mi concede un credito d’imposta sulla differenza negativa, il quale può essere usufruito entro 5 anni, attraverso compensazioni con eventuali plusvalenze.

Questo significa che se nel periodo considerato non avete maturato plusvalenze, in tutto o in parte, quel credito va perduto. E il rischio vale proprio per un investitore individuale, che tipicamente acquista BTp o altri bond con frequenza bassa e che potrebbe non avere in portafoglio plusvalenze da portare a compensazione.

Se il credito d’imposta viene perduto, il rendimento effettivo del BTp si abbassa. E sapete quali sono i titoli più esposti a tale rischio? Proprio quelli con cedole più alte, a parità di scadenza. Si tratta di bond chiaramente emessi in periodi diversi da altri di simile durata e con cedole più basse. Avendo durata residua simile o uguale, i primi attirano maggiore domanda e prezzano di più, magari decisamente sopra la pari. Per questo, rischiano di infliggere perdite, nel senso di minore rendimento rispetto alle attese, nel caso non si abbiano minusvalenze con cui compensare il credito.

Tassazione BTp, ecco come funziona con cedole e capital gain e come pagare meno

Prendete due BTp: il novembre 2024 e il marzo 2025. Il primo offre l’1,70% e il secondo, pur arrivando a scadenza 4 mesi dopo, l’1,68%. Come mai? Il mercato è attratto dalla cedola ben sostanziosa di quest’ultimo del 5%, che si confronta con l’1,45% del primo, emesso nel settembre scorso, oltre due anni e mezzo dopo l’altro. Ora, i due bond prezzano oggi rispettivamente 98,75 e 117,38, per cui il primo sta sotto la pari e produce una plusvalenza tassabile, il secondo mostra una evidente ed elevata minusvalenza all’atto del rimborso, sulla quale matura teoricamente un credito d’imposta di 2,17. Se non trovasse compensazione, andrebbe perso e genererebbe un minore rendimento rispetto alla data (odierna) dell’investimento dello 0,38% all’anno. Di fatto, sarebbe stato meglio investire sul BTp con cedola nettamente inferiore, ma senza la grana delle minusvalenze.

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