Thomas Cook sarà salvata dai cinesi, ma a caro prezzo. Il tour operator britannico, fra i più noti e antichi al mondo, travolto da perdite per quasi 1,5 miliardi di sterline e da una crisi di fiducia senza precedenti, ha trovato un accordo con il fondo Fosun International di Shangai dopo lunghe trattative coi creditori e le banche per evitare il crac.

Thomas Cook Group ha raggiunto così un accordo sui termini fondamentali per un’iniezione di capitale da 900 milioni di sterline coi cinesi.

L’intesa darà al primo azionista Fosun International, alle banche creditrici e agli obbligazionisti di Thomas Cook la maggioranza nel capitale della società. La controllata di Fosun, Tourism Group, che detiene una quota del 18% in Thomas Cook, inietterà 450 milioni di GBP nella società, in cambio di una quota del 75% nel tour operator e del 25% nella compagnia aerea. Le banche e gli obbligazionisti verseranno a loro volta 450 milioni di GBP e convertiranno in capitale il debito esistente, ottenendo il 75% della compagnia aerea e il 25% del tour operator.

Thomas Cook: azioni e bond ai minimi storici

Alla borsa di Londra il titolo azionario Thomas Cook è arrivato a toccare il minimo storico di 5 sterline scontando un’ampia diluizione del capitale sociale, anche se l’approvazione dell’accordo di aumento dovrà essere sottoposta a numerose condizioni legate alla performance e alla revisione dei conti. Il board al momento punta a mantenere la società quotata sul mercato contrariamente a quanto si era pensato circa una revoca della quotazione dal listino londinese. Per quanto riguarda le obbligazioni senior in mano agli investitori. Il prezzo è ormai scivolato in area 20 per un rendimento che supera il 65%.

La ristrutturazione del debito

Più precisamente si tratta di obbligazioni Thomas Cook Group Plc 6,25% 2022 (Isin XS1733231663) da 750 milioni di euro e Thomas Cook Finance Plc 3,875% 2023 (Isin XS1733231663) da 400 milioni di euro.

I bond, emessi presso investitori istituzionali (taglio minimo da 100.000 euro) alla borsa borsa di Dublino scontano una conversione pesante in capitale primario. L’accordo di ristrutturazione del debito dovrebbe prevedere l’emissione di strumenti finanziari partecipativi, oltre a nuove obbligazioni da offrire in parte minima ai portatori dei bond esistenti. Il prossimo mese di ottobre – secondo le fonti più attendibili –  sarà attivato il piano di ristrutturazione finanziaria per concludersi entro la fine del 2019.