La BCE ha speso poco meno di 10 miliardi di euro per acquistare titoli di stato italiani nei soli mesi di giugno e luglio. Lo ha fatto con i reinvestimenti delle scadenze con il PEPP, il programma monetario anti-pandemico varato nel marzo 2020 e cessato dal 31 marzo scorso. Una mano santa contro lo spread, che in piena campagna elettorale sta mantenendosi così sotto i livelli di guardia. A beneficiarne sono state particolarmente le scadenze più lunghe, come nel caso del BTp 2052 (ISIN: IT0005480980).

Il bond a 30 anni fu emesso all’inizio dell’anno. Il Tesoro si mostrò accorto, avendo approfittato delle ultimissime settimane di bassi rendimenti per rifinanziarsi sui mercati a costi ridotti e a lungo termine.

Bond a 30 anni, recupero notevole da giugno

Di fatto, la cedola del 2,15% oggi risulterebbe improponibile. Ieri, il rendimento del BTp 2052 si attestava al 3,26%. Se il Tesoro avesse dovuto emettere per la prima volta il titolo in questi giorni, avrebbe dovuto fissare una cedola in area 3,25-3,30%. La buona notizia per lo stato è che i rendimenti sono scesi parecchio nell’ultimo mese e mezzo, anche e, soprattutto, grazie alla BCE.

Prendete proprio il BTp 2052. Stava a una quotazione di appena 64 centesimi ai minimi toccati il 14 giugno scorso. Ieri, era risalito sopra 80 centesimi. In pratica, un miglioramento del 25%. In cambio, il rendimento lordo è sceso dell’1,57%, dato che ai prezzi minimi era salito sopra il 4,80%. Da qui alla scadenza, chi acquistasse oggi il bond, avrebbe in portafoglio un rendimento cumulato del 47,5% più basso di metà giugno.

Investimento di 10.000 euro nel BTp 2052

Supponiamo di avere investito un capitale di 10.000 euro nel BTp 2052 ai minimi di giugno. Cosa sarebbe accaduto con il disinvestimento in queste ore? Il costo dell’acquisto sarebbe stato di 6.412 euro. All’atto della rivendita, avremmo incassato ieri 8.024 euro. Per questo mese e mezzo di detenzione, il bond ci avrebbe anche reso 46,53 euro di interessi cedolari.

In tutto, avremmo incassato 8.070,53 euro, a fronte di una spesa di 6.412 euro. Il rendimento lordo effettivo dell’operazione sarebbe stato di circa il 26%. Al netto dell’imposizione fiscale, qualcosa come il 22,6%.

E c’è da notare come il BTp 2052 resti ben al di sotto della pari. Ma non è detto che ci torni in tempi brevi. Da qui al raggiungimento della soglia si frappongono i rischi sovrani percepiti con le elezioni di settembre, ma anche la recessione dell’economia, il rialzo dei tassi e l’inflazione. Molti di noi avranno perso il treno in queste settimane, avendo dato scarsa importanza alla ripresa delle quotazioni obbligazionarie. Invece, i guadagni sono stati eclatanti in così poco tempo.

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