
Se cercate una via per dimenticare le preoccupazioni dei recenti investimenti, cosa c’è di meglio di una birra? Meglio se buona e conosciuta. Parliamo oggi di Heineken, lo storico marchio olandese, noto in tutto il mondo e che da alcuni anni sfoggia in sordina numeri che fanno invidia alle grandi corporations americane del settore food & beverage.
Ricavi Heineken 2011 spumeggianti
Heineken Holding N.V. ha chiuso infatti l’esercizio 2011 oltre le stime degli analisti, battendo un altro record di ricavi: ben 17.123 milioni di euro, in crescita del 3,6% su base annua, e realizzando un utile netto di 1.430 milioni, in costante e forte progresso dal 2007 a questa parte al punto che l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha assegnato lo scorso 7 marzo il primo giudizio dopo 150 anni a BBB+ (investment grade) con out look stabile. Anche il titolo azionario quotato alla borsa di Amsterdam sta mostrando i muscoli puntando verso i massimi di cinque anni fa a 46 euro. Ma, al di là del conto economico e della performance borsistica, quello che qui interessa portare a conoscenza dei lettori sono le opportunità di investimento che il colosso olandese offre nel settore obbligazionario. Solo tre giorni fa, infatti, Heineken ha collocato sul mercato due nuove emissioni obbligazionarie per investitori retail, quindi con taglio minimo da 1.000 euro, per un importo complessivo di 1.350 milioni allo scopo di raccogliere capitali freschi e finanziare l’espansione.
Obbligazioni Heineken retail per 1,35 miliardi di euro
Si tratta per la precisione di due emissioni di differente durata finalizzate, come dicevamo, all’espansione delle attività del gruppo olandese nel mondo. La tranche più consistente, quella da 850 milioni di euro, ha durata settennale, paga una cedola annuale del 2,5%, ed è stata collocata al prezzo di 99,28 (Isin XS0758419658). La seconda, da 500 milioni di euro scade nel 2024, paga un interesse del 3,5% ed è stata collocata al prezzo di 99,56 (Isin XS0758420748).
In forte crescita i consumi di birra in Europa orientale e Africa
Da un punto di vista strettamente contabile, i conti del 2011 hanno evidenziato un cash flow in rialzo a quota 3,54 miliardi di euro e un Ebitda a 3,6 miliardi che consentono di servire senza problemi gli interessi in maturazione sul debito del gruppo (8,7 miliardi lordi al 31 dicembre 2011) fino al 2018. Per il 2012 – si apprende da una nota – Heineken si aspetta di beneficiare della continua crescita dei consumi di birra in tutto il mondo, ma soprattutto in Russia dove le abitudini della popolazione giovanile si stanno orientando sempre di più verso il consumo di birra a scapito della tradizionale vodka, al punto che l’Est Europa sta diventano sempre più un punto di riferimento indispensabile per i produttori di alcolici e Heineken ne ha approfittato realizzando nel 2011 la più alta crescita dei rivai (+13%) per area geografica.
Nonostante l’aumento delle materie prime, delle tasse e dei costi di produzione – spiega la società – Heineken stima una crescita dei ricavi dei propri brand di punta (Desperados, Amstel, Sol, Strongbow Gold, Dos Equis, Birra Moretti, ecc.) in tutto il mondo e intende procedere la propria espansione commerciale nei mercati emergenti africani, come Etiopia, Nigeria, oltre che tramite importanti acquisizioni nei paesi in via di sviluppo e ad alta intensità demografica come Messico e Brasile. Rumors, ad esempio, danno per quasi certo l’acquisto della primaria industria di birra brasiliana Cervejaria Petropolis Ltda.