La settimana scorsa, la Banca d’Inghilterra è dovuta scendere in campo in difesa dei Gilt, i titoli di stato britannici. I rendimenti stavano esplodendo di seduta in seduta, anzi di ora in ora, mentre la sterlina era già collassata ai minimi storici contro il dollaro a seguito di un “flash crash” di lunedì scorso. Mercoledì pomeriggio, l’istituto comunica che acquisterà Gilt fino a 5 miliardi di sterline al giorno (5,5 miliardi di euro) e che rinvierà alla fine di ottobre le vendite per tagliare il suo bilancio.

Grazie a questa mossa, il cambio ha iniziato a riprendersi e i rendimenti sono crollati. Pensate che ieri la sterlina era salita fino a 1,1262 contro il dollaro, quando all’inizio della scorsa settimana era precipitata a 1,0350.

Ripresa grandiosa dei Gilt

In teoria, l’intervento espansivo della Banca d’Inghilterra avrebbe dovuto indebolire la sterlina, anziché rafforzarla. Tuttavia, in queste prime sedute post-comunicato sta prevalendo l’ottimismo degli investitori per il sostegno offerto ai prezzi dei bond. Hanno smesso temporaneamente di vendere per tenere i Gilt in portafoglio.

E grazie alla Banca d’Inghilterra, qualche investitore ha potuto realizzare già guadagni a dir poco spettacolari per entità e velocità. Vi diamo conto del Gilt a 50 anni, scadenza 22 ottobre 2071 e cedola 1,625% (ISIN: GB00BFMCN652). Il 28 settembre, sprofondava a una quotazione minima di 40,85 centesimi. Ieri, era risalito in area 59,65, segnando un rialzo di ben il 46%. Nello stesso arco di tempo, la sterlina ha guadagnato più del 2% contro l’euro. Pertanto, un ipotetico investitore dell’Eurozona avrebbe guadagnato complessivamente circa il 47% in appena tre sedute.

Banca d’Inghilterra più efficace della BCE

In termini di rendimento, il Gilt 2071 è passato da un massimo del 4,67% al 3,31%. Questo crollo fa emergere con nitidezza la maggiore efficacia d’intervento della Banca d’Inghilterra rispetto alla BCE. I rendimenti italiani, ad esempio, non hanno fatto questa vistosa marcia indietro dopo che Francoforte a giugno comunicò il varo di un nuovo scudo anti-spread.

Se non fosse per gli acquisti dello stesso istituto, probabile che lo spread BTp-Bund a quest’ora sarebbe in area 300 punti e non ai 240 punti di ieri.

Il successo della Banca d’Inghilterra nel calmierare i rendimenti britannici, tuttavia, non deve illuderci circa il futuro andamento dei Gilt. Esso rifletterà i fondamentali macro, tant’è che il governo Truss ha parzialmente rivisto il taglio delle tasse precedentemente annunciato e concausa forte del “sell off”. Sarà meno generoso, in quanto escluderà i redditi più alti. In soldoni, il ricorso all’indebitamento dovrebbe sgonfiarsi un po’. Il segnale arrivato da Downing Street è stato chiaro: abbiamo capito l’errore e provvederemo a correggerlo.

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