La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo  (BERS) ha lanciato sul mercato dei bond nuove obbligazioni in dram armeni (AMD). Come noto, l’emittente è un organismo finanziario internazionale che opera dal 1990 nei paesi dell’Europa centrale e orientale e dell’Asia centrale e che viene, generalmente, ricompreso tra le banche multilaterali di sviluppo regionale, categoria nella quale sono annoverate anche la Banca europea degli investimenti (BEI) e la stessa Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (World Bank).

Più in particolare, la BERS ha il compito di aiutare i paesi beneficiari nella messa in opera delle riforme economiche e strutturali, comprese quelle miranti allo smantellamento dei monopoli, alla decentralizzazione ed alla privatizzazione, riforme tali da aiutare le loro economie a divenire pienamente integrate nell’economia internazionale. BERS gode del più alto indice di gradimento da parte delle maggiori agenzie di rating (AAA) per cui le sue obbligazioni sono considerate sicure, sia per quanto riguarda il pagamento degli interessi, che per la restituzione del capitale a scadenza.

Obbligazioni BERS 9,7% 2021 in dram armeni

Le obbligazioni BERS in dram armeni sono state collocate all’inizio di agosto alla pari presso investitori istituzionali per 1,25 miliardi di AMD con buona domanda da parte dei sottoscrittori. Il bond senior unsecured (codice ISIN XS1471725322), quotato presso la borsa del Lussemburgo, frutta un coupon pari al 9,7% all’anno e viene pagato su base semestrale il 12 febbraio e il 12 agosto. Il rimborso è previsto alla pari e in forma integrale per il 12 febbraio 2021, salvo possibilità di richiamo anticipato da parte dell’emittente (call redemption). Sul mercato grigio (over the counter) l’obbligazione scambia poco sotto i 100 per un rendimento a scadenza del 9,94%. Il taglio minimo negoziabile è pari a 250.000 AMD che corrisponde a circa a 480 euro. Unico rischio dell’investimento è il paese e quindi la valuta sottostante.  Tuttavia, è da tenere presente che negli ultimi 24 mesi il dram armeno è oscillato nei confronti dell’euro fra i 510 e i 560 punti (8-9%), ampiamente meno di altre valute di paesi emergenti quali il rublo, il real brasiliano o la lira turca.

Il Dram è quindi considerata una moneta relativamente stabile, benché poco trattata dagli investitori internazionali.

Armenia, la crescita economica resta debole

Dal punto di vista economico, l’Armenia resta un paese a crescita debole. Se nel 2009 il Pil armeno aveva subito una contrazione del 14,4%, esso e’ andato risollevandosi nel corso degli anni successivi, seppure in misura contenuta. La ripresa e’ stata principalmente dovuta all’espansione del settore industriale, ma sono stati in crescita anche la produzione elettrica e i servizi. In declino, per contro, il comparto edile e la produzione agricola. Influisce negativamente sull’economia locale soprattutto il calo delle rimesse provenienti dalla Diaspora, tradizionale strumento di finanziamento dello strutturale deficit commerciale armeno. Tale fattore ha ulteriormente accentuato il ricorso, da parte delle Autorità armene, all’aiuto dei donatori internazionali. Il Governo ha inoltre lanciato un piano anti-crisi, essenzialmente basato sull’avvio di opere pubbliche e sulla concessione di crediti agevolati a favore delle piccole e medie imprese. La perdurante chiusura di due frontiere su quattro (con Turchia ed Azerbaigian), rende il Paese vulnerabile in termini di accesso ai mercati esteri. L’economia armena continua infine a presentare un forte divario di sviluppo fra la capitale Erevan ed il resto del Paese. Il rating del Armenia è B+ per Fitch e B1 per Moody’s