La Germania è riuscita ad emettere il suo primo green bond per 6,5 miliardi di euro, registrando grossi ordini e debuttando di fatto con successo sul mercato obbligazionario verde. In settimana, anche la Svezia vi si è affacciata con un’emissione apposita, mentre un altro stato scandinavo ha spento gli entusiasmi. Il direttore del Tesoro della Finlandia, Teppo Koivisto, ha dichiarato che non vi sarebbero sufficienti progetti ambientali da finanziare, per cui Helsinki non avrebbe modo di emettere green bond per costruirne una curva al pari di grosse realtà come Berlino.

Secondo il funzionario, a fronte dei 2 miliardi di investimenti attesi all’anno, il paese potrebbe permettersi di emettere qualcosa come 1 miliardo di obbligazioni verdi, troppo poco.

La Finlandia ricorre a un paio di nuove emissioni all’anno da 3 miliardi ciascuna, al contempo collocando sul mercato bond esistenti da 2 a 4 volte all’anno fino a raggiungere volumi di poco inferiori a 7 miliardi. Ad oggi, circa un terzo del suo debito risulta ormai in mano alla BCE, che lo acquista al pari di quello degli altri stati dell’Eurozona con il “quantitative easing” e, di recente, con il PEPP.

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I limiti non solo finlandesi

Parliamo di un’economia relativamente di piccole dimensioni, che mostra i suoi limiti in tema di bond. La liquidità degli scambi che conseguirebbe a tali nuove emissioni sarebbe troppo limitata e rischierebbe di provocare più di qualche mal di testa agli investitori. Da qui, la decisione per il momento di rinviare il debutto sul mercato green, ammesso che vi sarà mai.

Questo non significa che la Finlandia non sia un paese in cui investire per rendere il portafoglio un po’ più ecocompatibile. Il governo si è dato l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di carbonio al 2035, 5 anni prima della Germania.

Si tratta di misure assai costose, tant’è che per l’economia tedesca si dovrebbero spendere tra 1,1 e 2,8 punti di pil all’anno. I green bond darebbero una mano ad abbassare i costi di questa transizione ecologica, dato che tra gli investitori si respira un forte gradimento per finanziare operazioni di abbattimento delle emissioni inquinanti.

Il caso finlandese rimarca, però, come il mercato green non sia alla portata di tutti. Servono dimensioni di un certo tipo per attirare i capitali ed evitare la frammentazione del debito e, alla radice, progetti credibili su cui investire. Sarà anche per questo che il Tesoro italiano non ha ancora annunciato alcuna emissione del genere, pur esprimendosi favorevolmente. Ma dopo la Germania, sembra solo una questione di tempo.

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