E’ tempo di green bond. Dopo l’emissione della Germania, quelle copiose attese dalla Commissione UE, l’inserimento della BCE nei suoi programmi di acquisto e l’accettazione come collaterale di garanzia, in settimana è stato il turno dell’Africa Finance Corporation, il primo ente sovranazionale africano e dell’Europa orientale a collocare sul mercato obbligazioni con finalità legate ai temi della sostenibilità ambientale in franchi svizzeri.

Green bond, è svolta alla BCE: saranno acquistati e accettati come collaterale

Il bond è stato emesso per 150 milioni e rientra nel programma Global Medium-Term Note da 5 miliardi di dollari.

Ha scadenza di 5 anni e offre cedola annuale dell’1,205%. Sarà negoziato sul SIX Swiss Exchange. Il tasso d’interesse può apparire basso, ma si consideri che la Svizzera sulla medesima scadenza offre circa il -0,75%. Dunque, il titolo è stato collocato sul mercato a uno spread di 195 punti base sopra il rendimento quinquennale sovrano elvetico. Per Moody’s, ha rating A3, cioè può considerarsi di livello di sicurezza medio-alto.

Emissioni inquinanti in Africa

L’emissione è stata curata da Credit Suisse e Renaissance Capital come Joint-Lead Managers e Joint Bookrunners. I proventi netti dell’operazione saranno destinati al finanziamento di progetti ambientali, come la costruzione di una società eolica a Gibuti e di una diga in Costa d’Avorio. Il presidente e ceo dell’ente, Samaila Zubairu, ha precisato che sin dall’inizio delle rilevazioni nel 1751, l’Africa ha inciso per appena lo 0,01% in media sul totale delle emissioni inquinanti globali.

Ciononostante, il continente ha problemi di bassi investimenti per abbattere l’inquinamento e gli sforzi compiuti da istituzioni sovranazionali come l’AFC servono proprio per sostenere la transizione ecologica in un’area del mondo sprovvista di risorse sufficienti per permettersela. L’acquisto del bond consente, quindi, di contribuire alla risoluzione di un problema sempre più avvertito nel mondo, al contempo percependo una cedola interessante per una scadenza così breve e denominata in franchi svizzeri.

Si va certamente incontro a un rischio di cambio, sebbene quando vi è di mezzo quello elvetico ci sia sempre l’elevata probabilità di assistere a un apprezzamento, anziché a un suo deprezzamento. Il vero problema sarebbe determinato semmai dalla prevedibile scarsa liquidità degli scambi sul secondario. La quotazione alla Borsa di Zurigo non garantisce che vi siano compratori e venditori prontamente disponibili, dato il basso importo dell’emissione. E probabile, poi, che gli investitori istituzionali che hanno acquistato in fase di collocamento vogliano tenersi il bond fino alla scadenza, allettati dalle caratteristiche sopra accennate.

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