Falck Renewables ha emesso un green bond da 200 milioni di euro con scadenza 2025 e al prezzo di 101,25. Poiché il titolo è sprovvisto di cedola, non frutterà alcun interesse a favore dell’obbligazionista e il rendimento all’atto del collocamento risulta essere del -0,25%. Tuttavia, trattasi di un bond “equity-linked”, cioè convertibile in azioni, il primo di questa tipologia nel panorama obbligazionario italiano.

Il prezzo di conversione è di 7,22 euro per ciascuna azione, il 35% in più del cosiddetto Reference Share Price, il prezzo a cui il titolo è stato emesso in rapporto a quello delle azioni.

La convertibilità sarà assicurata dopo che sarà stato approvato il relativo aumento di capitale con diritto di opzione dall’assemblea dei soci, che si terrà entro il 31 marzo 2021. Nel frattempo, la data di regolamento delle obbligazioni è stata fissata per il prossimo 23 settembre.

Esiste un rischio teorico, quindi, di acquistare un green bond convertibile, salvo scoprire che l’assemblea non approvi la ricapitalizzazione, cioè la convertibilità del debito di nuova emissione. Tuttavia, il successo dell’operazione sarebbe assicurato, in quanto Falck SpA, che detiene il 60% del capitale di Falck Renewables, ha già annunciato il suo voto a favore.

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Investimento conveniente?

Vi chiederete che senso abbia investire in un green bond con rendimenti negativi. In effetti, per un investitore cassettista si tratterebbe di perdere denaro. Il titolo, però, potrebbe regalare soddisfazioni nel caso in cui il prezzo delle azioni salisse entro la scadenza sopra i 7,22 euro fissati per la conversione. Ad esempio, se arrivasse a 8,00 euro, l’obbligazionista avrebbe modo di acquistare tramite la conversione un’azione per 7,22 euro, che rivenderebbe un attimo dopo a 8,00 euro, guadagnando circa il 10,8% lordo. Spalmato sui 5 anni dell’investimento, equivarrebbe a un rendimento annuale del 2,16% e sottraendovi il -0,25% del rendimento iniziale, saremmo a poco meno del 2%, una percentuale molto elevata per una scadenza quinquennale di questi tempi.

Quante probabilità hanno le azioni della società di energie rinnovabili di portarsi almeno alla soglia indicata nel prospetto? Guardando allo storico, molto basse. Solo per un brevissimo periodo nel 2006 hanno toccato un simile livello, mentre ad oggi i target price degli analisti risultano persino più bassi della quotazione in borsa: 4,60 euro per Intermonte, 5,30 euro per Equita sim, 4,50 euro per Banca Akros e 4,20 euro per Kepler Chevreux.

Se avessero ragione, l’investimento nel green bond di Falck Renewables esiterebbe solo perdite per l’obbligazionista. Per contro, le energie rinnovabili dovrebbero soppiantare gradualmente quelle inquinanti e la stessa BCE potrebbe inserirli esplicitamente in portafoglio per sostenerne le emissioni, come sin prima del suo insediamento ha lasciato intendere il governatore Christine Lagarde. Non da ultimo, la corsa degli investitori istituzionali agli assets green per mostrarsi sensibili sulle tematiche ambientali rafforzerebbe i prezzi, consentendo una rivendita anticipata in plusvalenza.

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