Ieri, la Germania ha emesso il suo terzo green bond, il primo di quest’anno. Stavolta, ha puntato sulla scadenza a 30 anni. A fronte di ordini per 39 miliardi di euro, il Tesoro tedesco ha offerto 6 miliardi. Il rendimento lordo esitato è stato di 2 punti base più basso di quello vigente sul mercato secondario per il Bund 15 agosto 2050 e zero coupon (ISIN: DE0001102481). E’ quello che in gergo si definisce “greenium”, cioè il “premio green”. Ne consegue che il rendimento si sia attestato allo 0,392%.

Anche in questo caso, come nelle precedenti emissioni, il green bond della Germania risulta essere “gemello” del Bund a cui è stato accoppiato. Nello specifico, esso ha stessa scadenza e cedola del Bund 15 agosto 2050. In questo modo, sul mercato secondario gli investitori troveranno indifferente acquistare l’uno o l’altro e la liquidità degli scambi ne beneficerà. Al contempo, emergerà nitido l’eventuale “greenium” di cui dicevamo. Quello esitato ieri è stato il più ampio tra i tre titoli “verdi” tedeschi sin qui emessi.

La Germania è entrata nel mercato dei green bond nel settembre scorso con una prima emissione a 10 anni, seguita due mesi più tardi da una a 5 anni. Di fatto, Berlino sta creandosi una curva delle scadenze “verde”, che faccia anche da “benchmark” per l’Eurozona. A questo punto, manca solo un titolo sul tratto medio-breve della curva per completare le emissioni. Verosimilmente, ci sarà una prossima operazione a 2-3 anni.

I green bond sono titoli del debito esattamente uguali a quelli ordinari, ma si distinguono per le finalità con cui l’emittente intende usare i proventi raccolti. Essi dovranno contribuire alla sostenibilità ambientale, abbattendo le emissioni di CO2. Se la Germania avesse emesso questo titolo fino agli inizi di febbraio, avrebbe spuntato rendimenti negativi. Il Bund 2050, infatti, si è deprezzato di oltre il 17% in appena 5 mesi. Così come l’insieme delle obbligazioni, risente del surriscaldamento delle aspettative d’inflazione.

Del resto, la crescita dei prezzi al consumo tedesca era del -0,3% a dicembre ed è salita al 2% in aprile.

Il consigliere esecutivo tedesco della BCE, Isabel Schnabel, ha affermato di attendersi che l’inflazione in Germania acceleri temporaneamente al 3%. Naturale che i rendimenti tedeschi stessi ne risentano, pur restando bassi. E i green bond non fanno eccezione. Poiché il rialzo dei rendimenti è lungi dal cessare, ci attendiamo un forte deprezzamento ulteriore sul tratto lungo della curva, specie con la graduale normalizzazione monetaria che verrà.

[email protected]