Annuncio a sorpresa del Tesoro ellenico. La Grecia ha emesso ieri una nuova tranche del bond a 10 anni con scadenza 15 giugno 2033 e cedola 4,25% (ISIN: GR0124039737). Ha così incassato 300 milioni di euro, a fronte di richieste per 1,7 miliardi. Con questa riapertura, Atene ha finanziato il suo programma di emissioni di quest’anno per 6,3 su 7 miliardi complessivamente previsti. Il prezzo di emissione è stato inferiore alla pari, corrispondente a un rendimento lordo annuale del 4,31%.

Alla vigilia dell’operazione, il bond a 10 anni della Grecia offriva un rendimento del 4,27%, quotando poco sotto la pari a 99,83 centesimi.

C’è da dire che nelle stesse ore il BTp a 10 anni rendeva leggermente di più, a conferma che questo sia un buon momento per il mercato obbligazionario ellenico. L’annuncio è arrivato a distanza di pochi giorni dalla revisione del rating sovrano da parte dell’agenzia S&P. Il giudizio è attualmente di BB+ sia per S&P che per Fitch e di Ba3 per Moody’s.

La Grecia aveva lanciato un nuovo bond a 5 anni solamente all’inizio di aprile, esitando un rendimento del 3,919%. La quotazione del titolo è nel frattempo salita sopra la pari, attestandosi a 100,38 di questo martedì e offrendo il 3,79%. E’ probabile che il governo punti a massimizzare gli incassi delle emissioni prima delle elezioni politiche di maggio. I risultati del voto rischiano di portare a una nuova fase di instabilità politica, a causa della nuova legge elettorale proporzionale senza alcun premio di maggioranza.

Bond Grecia verso upgrade a IG

A rigore, la Grecia non ha alcun bisogno di emettere nuovi bond. Dispone di abbondante liquidità, pari a 38 miliardi di euro alla fine di marzo. Ma essa punta ugualmente a tenere vivo il rapporto con i mercati finanziari dopo la lunga assenza dovuta alla gravissima crisi del debito sovrano patita. Alla fine del 2022, il debito pubblico ammontava a 400,3 miliardi di euro, oltre il 190% del PIL.

Di questi, per 304,2 miliardi era detenuto dai creditori pubblici europei. Dunque, in mano ai privati risultano esservi appena 100 miliardi, meno della metà del PIL. Anche questo dato contribuisce a rinvigorire l’appetito degli investitori, i quali non temono più il default della Grecia dopo la ristrutturazione avvenuta nel 2012 e la fine del bailout internazionale.

Tra l’altro, se almeno una delle quattro principali agenzie internazionali portasse il rating dei bond ellenici in area “investment grade” (IG), la Banca Centrale Europea potrebbe inserirli nella sua lista di acquisti con il programma monetario, noto al pubblico come Quantitative Easing, in fase di reinvestimenti. Ciò implicherebbe acquisti a regime per una quarantina di miliardi di euro, circa la metà dei bond della Grecia attualmente in mani private. E non farebbe che sostenere i prezzi, anche perché l’upgrade consentirebbe a numerosi fondi d’investimento e istituzioni finanziarie di inserire in portafoglio i titoli del debito. E a tale fine, basta una sola promozione per S&P o Fitch, i cui rating si collocano un gradino sotto l’area IG.

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