In inglese li chiamano “fallen angels”, letteralmente “angeli caduti”, rievocando l’immagine biblica della caduta negli inferi dell’angelo che non aveva obbedito a Dio. Sono le obbligazioni che passano da un rating “investment grade” (IG) a “high yield” (HY), con quest’ultimo a corrispondere all’inferno del mercato dei bond. L’area “junk” o “spazzatura” formalmente inizia con il rating “BB+”. A quel livello, molti investitori istituzionali non possono più acquistare e né continuare a detenere per statuto i titoli, in quanto considerati molto rischiosi.

Di conseguenza, la domanda crolla e i rendimenti salgono, costringendo l’emittente a rifinanziarsi sui mercati a costi maggiori, accrescendo le sue difficoltà finanziarie come nel più classico dei circoli viziosi.

Investire negli angeli caduti? Ecco cosa sono

Nei periodi di crisi, la montagna di obbligazioni ad alto rendimento cresce per effetto proprio degli angeli caduti, i quali superano gli “astri nascenti” o “rising stars”, cioè quelle obbligazioni che, al contrario, passano da HY a IG, venendo premiate dalle agenzie di rating. Difficile, infatti, che quando l’economia di un dato stato o globale entra in affanno, le condizioni finanziarie per l’insieme degli emittenti migliorino. Anzi.

E, infatti, a marzo negli USA il mercato obbligazionario HY è cresciuto di 92 miliardi di dollari, accogliendo tra gli altri i 36 miliardi di debito espresso in bond di Ford. Quest’area vale complessivamente sui 1.300 miliardi, a fronte dei 5.600 miliardi dell’area IG. Dunque, parliamo di un comparto meno liquido e difficilmente riuscirebbe a reggere l’arrivo di troppi angeli, visto che il trading dipende essenzialmente dai fondi speculativi.

I rischi di Italia e Spagna

Secondo un recente report di Bank of America, il 90% dei mercati obbligazionari di Italia e Spagna, che in tutto valgono sui 250 miliardi di euro, è rappresentato da bond con rating “BBB”, cioè a ridosso proprio dell’area HY.

Questo significa che, se la crisi mordesse forte in queste due economie e molte imprese iniziassero ad essere declassate per il peggioramento delle loro condizioni finanziarie, gran parte del debito negoziabile cadrebbe in basso, tale da non poter più essere né acquistato dai privati, né dalla BCE. Con il “quantitative easing” e il cosiddetto “PEPP”, il piano di emergenza varato a marzo contro la pandemia, Francoforte acquista tra gli altri corporate bond, purché abbiano rating IG, cioè almeno “BBB-“.

Se molte aziende italiane e spagnole diventassero angeli caduti sul mercato obbligazionario, le loro emissioni non troverebbero più alcun sostegno, i prezzi crollerebbero e i rendimenti esploderebbero, mentre nel resto dell’Eurozona, dove l’area “BBB” si mostra meno rilevante, le concorrenti continuerebbero a beneficiare dei bassi rendimenti, ampliando il solco con il Sud Europa. E se le nostre aziende trovassero più costoso ottenere prestiti, investirebbero di meno e assisterebbero a un ulteriore deterioramento delle loro finanze. Il tutto, mentre aleggia lo spettro di un declassamento a “junk” anche del debito pubblico italiano, con il Tesoro di Roma a divenire il più grande angelo caduto al mondo. E si tirerebbe dietro una buona parte del sistema industriale domestico, partendo dalle banche, visto che i rating sovrani incidono in misura spesso determinante sulle valutazioni creditizie del settore privato.

Rating BTp, declassamento a “spazzatura” probabile entro luglio

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