Non passa ormai giorno senza che dal Giappone non arrivi un nuovo segnale per il mercato obbligazionario. Giovedì, il Tesoro di Tokyo ha annunciato la cedola sul nuovo bond a 10 anni. Passa dal precedente 0,20% allo 0,50%, il tasso più alto offerto sin dal 2014. Con l’allentamento monetario seguito all’Abenomics, infatti, la cedola sul decennale era stata abbassata allo 0,10%. Solamente nell’aprile scorso era stata raddoppiata per tenere il passo con i rendimenti globali. La decisione arriva qualche settimana dopo che la Banca del Giappone aveva annunciato a sorpresa il raddoppio della soglia di tolleranza per il rendimento decennale.

Esso può oscillare tra -0,50% e +0,50% contro il -/+0,25% degli anni passati.

Banca del Giappone resta controcorrente

Nelle ultime sedute, il bond a 10 anni è arrivato a superare lo 0,45% sul mercato secondario. Ed è molto probabile che non sia salito ulteriormente solo a seguito degli acquisti condotti dalla Banca del Giappone. La scadenza a 9 anni, ad esempio, ha sfiorato lo 0,56%. Le scadenze più lunghe stanno impennandosi con maggiore forza, segno che il mercato cerchi una valvola di sfogo sul tratto lungo della curva, meno presidiato dal governatore Haruhiko Kuroda.

Una cedola dello 0,50% per un bond a 10 anni farà sorridere altrove, ma bisogna considerare la peculiarità delle condizioni monetarie nipponiche. Qui, la banca centrale continua a comprare titoli di stato e a tenere i tassi negativi. L’inflazione è risalita di recente, ma restando sotto il 4%. Lo yen è prima collassato ai minimi dal 1998 contro il dollaro, mentre nelle ultime settimane ha ripreso a rafforzarsi sulla previsione di un cambio di policy. Avverrà verosimilmente dopo che Kuroda avrà lasciato la carica ad aprile.

Difesa bond a 10 anni al capolinea?

Per quanto lenta possa sembrare la reazione di Tokyo ai cambiamenti avvenuti nell’ultimo anno sul mercato obbligazionario, la verità è che la Banca del Giappone è in affanno. Gli investitori non vedono alternative a una restrizione monetaria.

La difesa oltranzista del cap al rendimento del bond a 10 anni è vista ormai come agli sgoccioli. Del resto, nessuno si aspettava che tale cap sarebbe stato raddoppiato a fine dicembre.

Resta il fatto che il governo non può immaginare una normalizzazione monetaria come in Europa o Nord America. Per l’anno prossimo, la bozza di bilancio dello stato prevede che più del 30% delle entrate arrivi dalle emissioni di nuovo debito. Il costo di quest’ultimo è atteso ancora sostanzialmente stabile, né potrebbe essere altrimenti con un rapporto sopra il 260%. L’estrema lentezza con cui la Banca del Giappone si sta adeguando alle mutate condizioni monetarie globali è figlia della necessità di non scatenare una crisi fiscale.

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