Obbligazioni in rubli? Perché no. Si è appena concluso con successo il collocamento di una piccola emissione in rubli da parte della Banca Europea degli Investimenti. Si tratta di un’obbligazione da 750 milioni di rubli che matura nel 2019 e corrisponde una cedola semestrale del 7,5% a partire dal 15 Luglio 2012 (Isin XS0801408435). Il titolo è stato prezzato il 28 Giugno a 97,60, leggermente sotto la pari, ma in linea con i rendimenti offerti dal mercato per le obbligazioni sovranazionali in rubli di questo tipo e che per il bond specifico si attesta al 7,63% lordo a scadenza.

Il titolo, come tutti gli altri della BEI in valuta russa, è trattato alla borsa del Lussemburgo per un quantitativo minimo di 50,000 rubli (circa 1.200 euro), quindi è anche alla portata dei piccoli risparmiatori e di coloro che volessero investire in una valuta differente dall’euro per diversificare senza rischiare grosse somme di denaro. Già, perché qui l’unico rischio è dato dal cambio che al momento si attesta intorno a 41 rubli per un euro, ma – come è risaputo – il rublo è una valuta soggetta anche a forti oscillazioni a causa dell’inflazione interna che, benché sia in calo, resta sempre intorno al 6-7%, più del doppio dell’eurozona. Per quanto riguarda l’emittente, invece, possiamo dormire sonno tranquilli dal momento che la BEI gode della massima reputazione creditizia assegnata dalle varie agenzie di rating internazionali (AAA).

 

 

Acquisti ponderati per limitare il rischio di cambio

La BEI è presente sul mercato dei capitali anche con altre cinque corposi bond in rublicon scadenze che vanno dal 2013 al 2017 e

Cambio euro rublo

che offrono cedole fisse comprese fra il 5,5% e il 6,5% e rendimenti medi inferiori al 7,5%. Molto interessante è il bond BEI 6,75% 2017 (XS0303133564) che viene trattato intorno alla pari ed è molto liquido trattandosi di un’emissione di 5,85 miliardi di rubli.

Il titolo ha appena corrisposto la cedola annuale (13 giugno), per cui ora viene scambiato con un rateo maturato molto basso. La cosa importante però per un investitore che si accinge ad acquistare obbligazioni in valuta senza speculare – osserva Luca Perfetti analista del desk obbligazionario di un’importante banca italiana – è di entrare a piccoli passi su questi bond cercando di mediare sul cambio per non trovarsi poi nella malaugurata situazione di essere costretti a sacrificare parte degli interessi per compensare eventuali perdite sulla discesa del rublo. In questo senso, le emissioni a lunga durata – precisa Perfetti – si prestano a questo tipo di operazioni anche perché il rendimento finale è maggiore e tende a compensare meglio il rischio. Ultimo vantaggio da non sottovalutare è l’imposizione fiscale sugli interessi maturati che per le obbligazioni sovranazionali è rimasta al 12,50%, al pari dei titoli di stato.

 

Investire in Russia: l’economia in crescita e la stabilità politica attraggono gli stranieri

Per quanto riguarda la Russia, l’economia all’inizio del 2012 ha superato i livelli pre-crisi grazie all’enorme apporto degli investimenti stranieri e al boom dei prezzi delle materie prime. Come dichiarato recentemente dal premier Vladimir Putin, la Russia ha superato pienamente gli effetti della recessione del 2008, 2009 e si pone su un gradino privilegiato per far bene nel 2012. Secondo i dati del ministero dell’Economia, nei mesi di gennaio e febbraio del 2012 il Pil è cresciuto rispettivamente del 4,3% e del 4,8% rispetto agli stessi periodi del 2011. La Russia ha anche un debito inferiore del 15% rispetto al prodotto interno lordo e gli analisti prevedono per il 2012 un deficit dell’1,5% del Pil. Il debito sovrano è classificato da Standard & Poor’s BBB e a livello politico si può notare che il paese può contare su una certa stabilità a seguito della vittoria di Putin alle recenti elezioni presidenziali.