E’ stato un semestre da incorniciare per gli Etf obbligazionari, che nel primo semestre del 2019 hanno raccolto capitali per circa 100 miliardi di dollari, di cui 25,4 solamente a giugno, a sua volta un mese dai massimi storici. In tutto, gli assets per questi fondi risultano saliti a poco meno di 770 miliardi, anche se rappresentano ancora meno dell’1% dell’intero mercato obbligazionario mondiale, che vale al momento sui 105.000 miliardi. Dunque, il potenziale di crescita resta enorme, tanto che secondo BlackRock si arriverà a 2.000 miliardi entro i prossimi 5 anni.

Accontentarsi dell’1% sicuro? Puntare sugli Etf azionari o restare cash? E’ deflazione secolare

Che cosa sono gli Etf obbligazionari e perché tutto questo interesse esploso di recente? Come qualsiasi altro Etf, si tratta di un fondo che investe su un indice (obbligazionario, in questo caso) e si limita a replicarne l’andamento, senza puntare a batterlo. Grazie a questo sistema semplice, i costi di gestione sono bassi e chi vi investe punta nella sostanza a ottenere un rendimento in linea con l’andamento del mercato.

L’appeal di questi fondi per il comparto obbligazionario sta esplodendo probabilmente per effetto della fuga dei capitali verso i bond, i cui rendimenti sono crollati ai minimi storici presso alcuni dei principali mercati avanzati, al contempo scendendo sottozero per titoli dal valore di oltre 13.000 miliardi di dollari, circa un quarto del totale negoziabile. Il singolo investitore, istituzionale e individuale, sa di doversi assumere rischi crescenti nell’acquistare bond, dovendosi spostare su titoli dal rating sempre più basso per ottenere rendimenti positivi e possibilmente remunerativi anche solo dell’inflazione.

Perché gli Etf obbligazionari attirano sempre più

A questo punto, gli Etf obbligazionari evitano l’impiccio di dover scegliere tra questo e quel bond, esponendo semmai l’investitore al più generico rischio di mercato. Tuttavia, di recente l’European Systemic Risk Board ha pubblicato un report, in cui ha definito rischiosi questi fondi, specie nelle fasi di stress sui mercati, a causa principalmente della scarsa liquidità a cui andrebbero incontro.

Va detto che, pur incidendo complessivamente per circa il 6% degli assets nel mondo, quotidianamente gli scambi eseguiti tramite gli Etf ammontano al 30% del totale negli USA. Dunque, non parliamo di strumenti poco noti o scarsamente utilizzati per tradare azioni e obbligazioni.

Etf: cosa sono, vantaggi e svantaggi, come usarli

Esistono, tuttavia, alcune criticità che vanno esposte. Un Etf obbligazionario stacca cedole mensili di entità variabile, a seconda delle scadenze su cui hanno investito per il tramite di un indice, ma potenzialmente si mostrano poco resilienti nei casi di aumento dei tassi, cioè di riduzione dei prezzi, in quanto non presentano una gestione attiva degli assets, limitandosi a replicare l’andamento dell’indice sottostante. Inoltre, investendo negli Etf obbligazionari è come se si acquistasse un bond senza scadenza, cioè che non avrebbe alcuna certezza di essere rimborsato. Questo non mitiga l’effetto negativo sui prezzi di un aumento dei rendimenti, per cui si rischia di restare esposti a un rischio consistente per tutta la durata della fase avversa, cioè fino a quando i rendimenti non smetteranno mediamente di salire.

Tra le migliori performance di quest’anno troviamo il Markit iBoxx Eur Eurozone 25+, che investe in titoli di stato denominati in euro e con scadenza superiore ai 25 anni, che ha guadagnato il 20,3% da inizio 2019. L’SPDR Barclays 10+ US Corporate Bond Ucits Etf ha messo a segno una performance del +19,3% e l’FTSE MTS Eurozone Government Bond Investment Grade 15+ del 16,8%.

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