Al termine della seconda giornata di emissione del BTp Futura 2037, gli ordini sono stati complessivamente pari a oltre 85.000 e per un controvalore di 3,67 miliardi, meno dei 3,92 miliardi prenotati dalle famiglie alla stessa ora con il collocamento di novembre. E dire che il Tesoro sembra avercela messa tutta per cercare di sostenere il terzo bond retail tra le famiglie. Ha offerto una cedola media ponderata più alta del rendimento offerto dal titolo ordinario di pari durata. In più, ha previsto un doppio premio fedeltà, in modo da mantenere invariato il rendimento extra a favore degli obbligazionisti cassettisti.

Niente, l’emissione del BTp Futura 2037 non sta andando bene. Non possiamo parlare di flop, ma neppure di successo. Anche perché l’operazione sta avvenendo con Mario Draghi a Palazzo Chigi. In un certo senso, le famiglie stanno godendo di rassicurazioni politiche come raramente è accaduto nel corso degli ultimi decenni in Italia. Ma nessuno ha poteri soprannaturali, neppure “Super Mario”.

Come mai questo risultato deludente, atteso che difficilmente ci sarà un’accelerazione strabiliante nel corso della seduta odierna e fino alla chiusura del collocamento? Anzi, ieri abbiamo registrato già un rallentamento a 1,39 miliardi dai 2,28 miliardi della prima giornata. Dunque, il mood non decolla. Probabile che non stia allettando più di tanto la durata dell’investimento. Sedici anni per questa terza emissione del BTp Futura possono sembrare troppi per una famiglia-tipo italiana. Peccato che l’obiettivo del Tesoro fosse proprio quello di spingere il canale retail ad allungare il proprio orizzonte temporale sul debito pubblico italiano.

Terza emissione del BTp Futura a 13 mesi da inizio pandemia

Altro aspetto da non sottovalutare è la difficoltà del piccolo investitore di comprendere immediatamente la remuneratività dell’affare. Questa emissione del BTp Futura si rivela un po’ meno semplice da spiegare, a causa del doppio premio fedeltà e del calcolo più complicato da effettuare per via dell’acconto dopo i primi 8 anni.

Più in generale, però, sembra che il meccanismo stesso delle cedole step up non funzioni. Quando s’investe, l’uomo della strada vuole capire subito quanto e per quanto tempo riceverà. Gli scaglioni temporali non aiutano probabilmente la percezione del tasso medio lungo il periodo.

Infine, non dobbiamo neppure dimenticare che le famiglie italiane siano gravate dalla crisi scatenata dalla pandemia da oltre un anno. Quante di loro posseggono sufficiente liquidità da investire nella terza emissione del BTp Futura? Il boom dei conti correnti ci direbbe in tanti. Tuttavia, bisogna tenere conto che questo bond si rivolge essenzialmente alle famiglie più avverse al rischio. Coloro che detengono liquidità abbondante è probabile che siano anche più propense a rischiare, cioè a inserire in portafoglio titoli meno sicuri e potenzialmente più remunerativi. In sostanza, che sia stato proprio il target a provocare il relativo insuccesso di questi giorni?

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