Corrono i rendimenti di tutte le obbligazioni sul mercato europeo dopo che le banche centrali lasciano intendere esplicitamente che la corsa dei tassi d’interesse sarebbe tutt’altro che conclusa. Ieri, la Riksbank in Svezia alzava il costo del denaro dell’1% all’1,75% e nel frattempo il Bund a 10 anni saliva al rendimento più alto da fine 2013. Sfiorava la soglia del 2%, che per un “safe asset” come quello tedesco è qualcosa di straordinariamente elevato in questi anni. Ricordiamoci che il titolo decennale emesso dal governo federale ancora viaggiava sottozero all’inizio di quest’anno.

Nessuno poteva immaginare un cambiamento così repentino.

Per fortuna dell’Italia, lo spread con i BTp a 10 anni si sta mantenendo inalterato e sotto 230 punti base. Ciononostante, ieri il nostro decennale sfiorava il 4,20%, anche in questo caso ai massimi dal 2013. La fortuna, però, non c’entra. Ci pensa la BCE a stabilizzare il differenziale di rendimento, attraverso gli acquisti di titoli di stato italiani e contestuali vendite di titoli tedeschi, come già accaduto nei mesi di giugno e luglio.

Bund a 10 anni insegue il T-bond

Il Bund a 10 anni al 2% riflette la restrizione delle condizioni monetarie attesa per l’Eurozona. L’Euribor a 3 mesi, che all’inizio dell’anno si attestava a -0,57%, all’inizio di questa settimana si avvicina all’1,10%. Un brutto colpo per coloro che hanno contratto un mutuo a tasso variabile, specie se di recente. E sono tornati a salire i tassi Eurirs, che si hanno per scadenze da 1 a 50 anni. Ma il rialzo sta riguardando il tratto fino ai 15-20 anni. Ad esempio, questo mese il decennale è salito da 2,49% a 2,59%, mentre il ventennale è rimasto stabile in area 2,45% e il trentennale è diminuito da 2,16% a 2,11%.

Questa apparente anomalia si spiega con il fatto che il mercato pretende rendimenti più alti per le scadenze più ravvicinate, mentre per il lungo periodo ritiene che i tassi d’inflazione torneranno a normalizzarsi e ad incidere poco o nulla sull’investimento.

Il Bund a 10 anni segna il benchmark per l’intera Eurozona e inevitabilmente deve stare dietro al T-bond di pari durata, che sempre ieri si è avvicinato al 3,60%, in attesa che la Federal Reserve oggi alzi i tassi.

Le distanze tra i due titoli restano nei pressi dei 160 punti base o 1,65%. Da notare che sul tratto a 2 anni, il Bund già supera l’1,70%, esattamente 100 punti base o 1% in meno del BTp. A inizio anno, stava a -0,60%. Da allora, lo spread 10/2 anni si è più che dimezzato, forse riflettendo anche il rischio di una recessione economica tedesca, oltre che la stretta sui tassi BCE.

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