Il Credito Valtellinese (Creval) ha lanciato un bond subordinato da 150 milioni di euro. Secondo fonti di agenzia, l’obbligazione è stata collocata presso un ristretto numero di investitori privati (Club Deal) che ne hanno concluso la sottoscrizione in un periodo di particolari difficoltà del mercato a raccogliere fondi tramite emissioni di bond subordinati.

 

Il Credito Valtellinese, come noto, non versa in acque tranquille a dell’elevato quantitativo di crediti deteriorati che pesano sul bilancio del gruppo bancario. Lo scorso novembre la banca non era riuscita ad emettere obbligazioni subordinate per rifinanziare 125 milioni di bond in scadenza a settembre 2017.

 

Obbligazioni Credito Valtellinese Lt2 8,25% 2017-2027

 

Così come a fine febbraio, quando il Creval aveva tentato un approccio al mercato che non fosse troppo oneroso. Ma le indicazioni degli investitori istituzionali, dopo un breve road show, avevano indicato uno yield superiore al 10%, al pari di quanto avvenuto a fine 2015 per le due popolari venete in difficoltà che si erano finanziate col lancio di due bond subordinati decennali da 200 milioni ciascuno. L’obbligazione, appena lanciata (Isin XS1590496987), offrirà una cedola annuale del 8,25% con data di stacco prevista per il 4 dicembre e il bond avrà una durata di 10 anni con possibilità di rimborso anticipato dopo cinque (call redemption) e sarà quotata su un mercato regolamentato. Il rendimento offerto ai sottoscrittori è stato del 8,50% circa considerando il prezzo di emissione a 99,015. Taglio minimo, 100.000 euro con multipli aggiuntivi di 1.000. Il funding raccolto dal Creval, 150 milioni di euro, sarà usato principalmente  per l’estinzione del prestito obbligazionario da 125 milioni Credito Valtellinese 5,25% settembre 2017 e per pagare gli interessi.

 

Recquisiti patrimoniali ampiamente sopra quelli minimi richiesti

 

Creval ha ricevuto la notifica da parte di Banca d’Italia, a conclusione del processo di revisione prudenziale Srep, dei requisiti patrimoniali specifici che l’istituto dovrà rispettare a decorrere dalla segnalazione sui fondi propri al 31.03.

2017. I requisiti, informa una nota, sono fissati, su base consolidata, per il coefficiente di capitale primario di classe 1 (Cet1 ratio) al 7,75%, composto da una misura vincolante del 6,50% – di cui 4,50% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 2% a fronte dei requisiti aggiuntivi determinati ad esito dello Srep – e per la parte restante dalla componente di riserva di conservazione del capitale; per il coefficiente di capitale di classe 1 (Tier1 ratio) pari al 9,25%, composto da una misura vincolante dell’8% – di cui 6% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 2% a fronte dei requisiti aggiuntivi determinati ad esito dello SREP – e per la parte restante dalla componente di riserva di conservazione del capitale; per il coefficiente di capitale totale (Total Capital ratio) pari a 11,25%, composto da una misura vincolante del 10% – di cui 8% a fronte dei requisiti minimi regolamentari e 2% a fronte dei requisiti aggiuntivi determinati ad esito dello Srep – e per la parte restante dalla componente di riserva di conservazione del capitale. I coefficienti patrimoniali consolidati al 31 dicembre 2016, calcolati in applicazione del regime transitorio (phased in), risultano ampiamente superiori ai requisiti minimi richiesti, attestandosi rispettivamente Cet1 ratio all’11,78%, Tier1 ratio all’11,78% e Total Capital ratio al 13,02%.