Un passo storico per un’istituzione altrettanto storica. Church Commissioners for England (CCE), l’ente caritatevole appartenente alla Chiesa d’Inghilterra, sta emettendo le sue prime obbligazioni per un controvalore di 500 milioni di sterline. I cosiddetti “Cranmer bond” saranno collocati sul mercato in doppia tranche: a 10 e 30 anni. Alla Borsa di Londra risultano notificate due scadenze: 14 luglio 2032 e 14 luglio 2052. Ciascuna tranche sarà di 250 milioni di sterline. Non certo un passo da poco, anche perché l’emissione sta avvenendo in una fase turbolenta per il mercato obbligazionario globale.

I rendimenti quest’anno sono esplosi e, di conseguenza, sono crollati i prezzi. Farsi prestare denaro oggi costa molto di più di appena sei mesi fa. L’inflazione galoppa e giustamente il mercato pretende di essere meglio remunerato, anche in considerazione del rialzo dei tassi d’interesse in corso presso le principali banche centrali del pianeta.

Tornando ai Cranmer bond, godono di valutazioni altissime. Moody’s ha assegnato alle due tranche il rating Aa1, il secondo più alto della sua scala. Il giudizio così generoso è dovuto, spiega l’istituto, alla storia di buona gestione degli investimenti che ha CCE, nonché alla separazione dal resto della Chiesa d’Inghilterra. L’ente gestisce, infatti, asset per 10,1 miliardi di sterline grazie al lavoro di appena 33 manager.

I rischi dei Cranmer bond

Nel dettaglio, i Cranmer bond saranno destinati al finanziamento di progetti ambientali e sociali, nonché di spese generali. Tuttavia, l’emittente mette anche in guardia dai possibili rischi. Il più avvertito sarebbe di possibili ulteriori richieste di risarcimento in futuro per abusi sessuali ai danni di minori contro esponenti della chiesa. E viene citato anche il rischio di “disestablishment”, vale a dire che la Chiesa d’Inghilterra possa perdere i privilegi connessi al suo ruolo istituzionale, riconosciuto dallo stato britannico. Un evento, oggi come oggi, altamente improbabile.

Sarà interessante capire l’esito di questa emissione. Se i Cranmer bond avranno attirato capitali sufficienti a finanziare gli importi offerti, sarà stato un successo. Entrambe le tranche sono di lungo periodo, per cui l’emittente ha voluto debuttare su un tratto più difficile della curva delle scadenze e in una fase avversa. Chissà quale sarà il rendimento esitato. Volendo fare un confronto con i Gilt di Sua Maestà, abbiamo che la scadenza a 10 anni offre al momento intorno al 2,20% e quella a 30 anni sopra il 2,60%. Naturale che le obbligazioni offriranno qualcosa di più.

Trattandosi di un’emissione in sterline, per noi investitori dell’Eurozona comporta l’assunzione anche del rischio di cambio. Infine, una curiosità sul nome. Deriva da Thomas Cranmer, l’arcivescovo di Canterbury che facilitò il divorzio tra Enrico VIII e Caterina d’Aragona nel sedicesimo secolo, di fatto avviando la separazione dalla Chiesa di Roma. Fu giustiziato con l’ascesa al trono di Maria la Sanguinaria, in quanto sovrana cattolica contraria alla riforma.

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