Agosto si è rivelato un mese negativo per il mercato obbligazionario. In Europa, era successo che tra la prima metà di giugno e la fine di luglio i prezzi dei bond erano risaliti anche in misura notevole. La BCE a metà giugno prospettò sia un rialzo dei tassi d’interesse in estate, sia il varo di un nuovo scudo anti-spread. Questo fu presentato al board successivo con il nome di TPI (Transmission Protection Instrument). Ma in piena estate vi era stato un altro fenomeno ad avere generato il rally obbligazionario: la paura per la recessione economica.

Dall’inizio dell’anno fino a giugno, infatti, il mercato si era sbarazzato di buona parte dei bond in portafoglio sulla previsione di prezzi calanti con il rialzo dei tassi necessario per arrestare la corsa dell’inflazione.

Torna paura per rialzo dei tassi BCE

A generare il boom dei prezzi al consumo è stata e continua ad essere la crisi energetica, specie dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. E questa è diventata così grave da avere alimentato timori sulla tenuta delle economie europee. Il PIL tedesco è sostanzialmente fermo e per la prima volta dopo oltre un trentennio la bilancia commerciale della Germania esita un saldo negativo.

Ad un certo punto, quindi, il mercato si era convinto che il rialzo dei tassi BCE sarebbe stato più prudente delle aspettative, proprio a causa dello stato fosco in cui versa l’Eurozona. Nelle ultime settimane, gli investitori si sono dovuti ricredere. L’inflazione nell’area è salita a livelli così alti da non lasciare margini di manovra a Francoforte. Peraltro, il tracollo del cambio euro-dollaro sotto la parità rischia di far perdere all’istituto il controllo sulla stabilità dei prezzi.

Prezzi dei bond in caduta libera

E così, ad agosto i prezzi dei bond sono tornati a scendere.

Avete presente il bond a 100 anni dell’Austria, tipico “safe asset” dai movimenti estremi per via della sua elevatissima duration? La scadenza 30 giugno 2120 è precipitata questo mese da quasi 64 a 47,50 centesimi, registrando un crollo del 34%. Di fatto, il titolo sta riportandosi in prossimità dei minimi storici, toccati a poco più di 40 centesimi a giugno. Pensate che in un solo mese e mezzo aveva segnato un boom del 68%.

In effetti, al board di settembre non solo è possibile che la BCE replichi il rialzo dello 0,50% di luglio; avanza l’ipotesi di una stretta più consistente, specie dopo il discorso da “falco” di Jerome Powell. Il governatore della Federal Reserve ha confermato la linea dura contro l’inflazione, ammettendo che questa potrà finanche intaccare l’economia americana. Una mancata reazione di Christine Lagarde stenderebbe a tappeto il cambio euro-dollaro e infiammerebbe ulteriormente l’inflazione. Il mercato dei bond si sta preparando, dunque, a una nuova fase di cali dei prezzi in vista della maxi-stretta di settembre. E potrebbe non essere l’unica.

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