Sono pochissimi i governi che vantano la tripla “A” come rating sulle loro emissioni di debiti. Nell’Eurozona, sono appena tre: Germania, Olanda e Lussemburgo. Fuori dall’unione monetaria, ne troviamo pochissimi altri, ossia Australia, Canada, Danimarca, Svezia, Svizzera e Singapore, oltre al piccolo principato del Liechtenstein. Formalmente, nemmeno gli USA possono considerarsi un emittente sovrano “AAA”, in quanto nell’agosto del 2011, Standard & Poor’s, una delle tre principali agenzie di valutazione, ha declassato il suo rating di un gradino per la prima volta nella storia.

La tripla “A” è ambitissima dagli stati, in quanto segnala ai mercati estrema solidità dei bond emessi, con beneficio per i costi di rifinanziamento, che tendono ad essere nettamente inferiori rispetto a quelli di emittenti percepiti meno sicuri.

Obbligazioni corporate USA ad alto rendimento fanno meglio delle “AAA” a gennaio

Lo stesso ragionamento si applica ai privati. Banche e società farebbero carte false per essere giudicate con il rating più alto dalle agenzie, ma in pochissime ci riescono. Trattasi di mosche bianche, se è vero che tra 500 società quotate nel listino S&P 500 al Nyse, soltanto due possono vantare la tripla “A”: Microsoft e Johnson & Johnson. Cosa significa? Che secondo S&P, Moody’s e Fitch, queste due realtà posseggono “una capacità estremamente forte di adempiere alle proprie obbligazioni finanziarie”. Già con un rating “AA+”, vale a dire di un solo gradino più basso, tale capacità scende a “molto forte”. Chiaramente, una società con rating “AA+” è da considerarsi un emittente molto solido, semplicemente è come se a un compito in classe uno studente prendesse 9 e mezzo, anziché 10. Diremmo mai che non sia bravo?

Microsoft e Johnson&Johnson si trovano nell’invidiabile posizione di essere considerati debitori più sicuri dello stesso governo americano. Un vanto, che in teoria dovrebbe tradursi in rendimenti più bassi di quelli offerti dal Tesoro di Washington per i titoli emessi della medesima durata.

E’ così? Abbiamo preso alcuni bond emessi dalle due multinazionali, ecco cosa abbiamo trovato. Il titolo 09/2020, cedola 2,95%, emesso in dollari USA, rende oggi il 2,51%. Nell’ultimo anno, il prezzo è di poco cresciuto, segnando un +0,3%. Rispetto ai corrispondenti Treasuries di pari durata, effettivamente rende uguale.

Rating e rendimenti non necessariamente correlati

Passiamo al bond 01/2028, cedola 2,90%, emesso sempre in dollari USA e che rende il 3,15%. Di fatto, parliamo di un titolo di 8 anni e che rispetto all’omologo sovrano americano rende all’incirca lo 0,65% in più. Rende circa lo 0,75% in meno, cioè all’1,69%, invece, il quinquennale 07/2024, cedola 5,50%, ma emesso in sterline. Qui, però, è proprio la valuta in cui è denominato a rendere meno generosa l’obbligazione. Il mercato evidentemente si aspetta un apprezzamento della sterlina contro il dollaro nei prossimi anni.

Il mercato dei corporate bond è una bomba, credito alle imprese mai così scarsa  

Vediamo Microsoft. Il bond 06/2024, altro quinquennale, cedola 2,875%, questo emesso in dollari USA, rende il 2,75%, segnando una crescita di prezzo del 2,5% nell’ultimo anno. Rispetto a un omologo Treasury, offre lo 0,30% in più. Ne deduciamo che ciò sarebbe accaduto anche con Johnson&Johnson per il bond 2024, se fosse stato denominato nella valuta americana. Quanto al bond 02/2027, cedola 3,30%, rende il 3,13%, cioè circa +0,55% rispetto al titolo del Tesoro. E ancora, il 02/2057, cedola 4,5%, offre poco più del 4%, qualcosa come almeno lo 0,85% rispetto a un Treasury di pari durata. In generale, il rendimento medio dei bond “AAA” si attesta al 3,35%, decisamente superiore a quello medio della curva delle scadenze dei Treasuries, che a stento supera il 3% per i 30 anni.

Dunque, più si allungano le scadenze e maggiore tende ad essere il rendimento extra offerto dai due emittenti rispetto ai Treasuries. Eppure, dovrebbe essere al contrario, visto il migliore rating.

Come mai? La risposta non sembra difficile da dare: i mercati non credono che il solo rating “AAA” di per sé possa fare di una società privata un debitore più affidabile dello stato americano. Questo, perché i governi dispongono di alternative, fino a un certo punto, precluse ai privati. In caso di difficoltà finanziarie, ad esempio, possono sempre aumentare il prelievo fiscale sui contribuenti e se ciò non fosse possibile/desiderabile o sufficiente, potrebbero monetizzare i debiti, stampando più banconote. E’ quanto hanno fatto le banche centrali nell’ultimo decennio con il “quantitative easing”. Microsoft e Johnson&Johnson non potranno mai stampare dollari, semmai dovranno sudarseli sempre con i rispettivi business. Di conseguenza, nessuno può ritenere realistico che sia più probabile che fallisca lo stato americano piuttosto che una delle due multinazionali, anche perché da qui a 10, 20 o 40 anni, non abbiamo idea di quali saranno le condizioni del mercato.

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