Saranno anche passati di moda, ma quando si parla di Buoni fruttiferi postali l’attenzione delle famiglie italiane diventa massima. Le vicende giudiziarie che riguardano da qualche anno il calcolo degli interessi relativi alla serie Q/P ne sono la più palese dimostrazione in tal senso. A febbraio, Poste Italiane ha iniziato a distribuire presso le sue filiali Buoni 5 x 5, vale a dire della durata massima di 25 anni e con tassi d’interesse crescenti a ogni quinquennio. Il tasso arriva a un massimo dell’1,5% annuo nel caso si deterrà il buono fino alla scadenza.

Tuttavia, i Buoni fruttiferi postali più redditizi restano quelli dedicati ai minori.

Come suggerisce la stessa espressione, si tratta di investimenti che possono essere intestati solamente a soggetti minorenni, cioè fino ai 18 anni di età. Al raggiungimento della maggiore età, tali buoni cessano di produrre interessi. Di solito, sono acquistati dai genitori a favore dei figli o dai nonni alla nascita dei nipoti, ecc. Va da sé che la loro durata massima sia di 18 anni, cioè dalla data di nascita a quella in cui si compie il 18-esimo anno.

Buoni fruttiferi postali, l’età migliore per intestarli ai minori

Da un punto di vista del rendimento, quando questi Buoni fruttiferi postali offrono la massima convenienza? Per rispondere, bisogna chiedersi rispetto a cosa dovremmo calcolarla. Essendo titoli sostanzialmente privi di rischio, l’unico paragone immediato possibile è con i titoli di stato. Al momento, il rendimento dei BTp a 18 anni, cioè quelli in scadenza nel marzo 2040, arriva a stento al 2,25%, per cui i buoni offrono un premio di 0,25%, un quarto di punto percentuale in più. Attenzione, però, perché esistono differenze tecniche tra i due titoli da non sottovalutare, specie nel caso di disinvestimento anticipato.

Spostandoci sulla scadenza a 15 anni, il BTp offre il 2,25% e il Buono dedicato ai minori il 2%.

Anche in questo caso, premio di 0,25%, ma stavolta offerto dal titolo di stato. Scendendo alla scadenza dei 10 anni, abbiamo che il BTp offriva l’altro ieri il 2,05% contro l’1,5% del buono: premio di oltre mezzo punto percentuale del primo. Neppure in questo caso, quindi, il buono risulta conveniente. Infine, spostandoci sulla scadenza a 5 anni, abbiamo il BTp quasi a 1,15% contro l’1% del buono. Meglio, ancora una volta, il primo.

In conclusione, i Buoni fruttiferi postali dedicati ai minori tendono a diventare relativamente più generosi a ridossi della loro durata massima, vale a dire sui 18 anni. Questo significa che dovreste acquistarli eventualmente subito dopo la nascita del figlio, nipote o altro beneficiario. In caso contrario, più il/la bambino/a cresce e minore la convenienza rapportata ai titoli di stato. Anzi, più corto l’orizzonte temporale d’investimento e maggiore la perdita di guadagno che accuseremmo acquistando un buono al posto di un BTp.

[email protected]