L’Italia aveva emesso al 30 settembre scorso titoli di stato per circa 2.271 miliardi di euro. Tra questi ve ne sono alcuni indicizzati al tasso d’inflazione italiana, altri al tasso d’inflazione Eurostat, cioè dell’Area Euro. Ed è uno di essi di cui vogliamo parlarvi oggi. Il BTp€i 15 maggio 2051 e cedola reale 0,15% (ISIN: IT0005436701) fu emesso nell’autunno di due anni fa. Pensate che apriva ancora l’anno corrente a una quotazione esattamente alla pari. Ieri, esibiva una quotazione di appena 57 centesimi.

In pratica, potete inserirlo nel vostro portafoglio d’investimenti per 570 euro su ogni 1.000 euro nominali acquistati. Uno sconto fortissimo, che risente evidentemente del crollo dei prezzi di questi mesi.

BTp€i 2051, confronto con cedola fissa

A questi 57 centesimi, ieri il BTp€i 2051 offriva un rendimento reale del 2,25%. Si confrontava con il quasi 4,50% offerto nello stesso tempo dal BTp 2051, cioè il bond italiano con cedola fissa e simile durata. Dalla differenza tra i due rendimenti possiamo ottenere l’inflazione attesa, che è intorno al 2,25%. In altre parole, il mercato sconta una crescita annua media dei prezzi al consumo nell’Eurozona del 2,25% da qui al 2051.

Dobbiamo premettere che l’inflazione nell’area è salita al 10% nel mese di settembre, un numero che fino a pochi mesi fa nessuno immaginava avremmo mai raggiunto. Il caro bollette ha fatto la sua parte e dispiegato i suoi effetti nefasti. Ebbene, cerchiamo di capire attraverso il BTp€i 2051 come si sono evolute le aspettative d’inflazione nell’ultimo anno. Prendendo i prezzi di dodici mesi fa, quando il titolo stava a oltre 105, ricaviamo un rendimento reale del -0,05%. Esso si confrontava con quasi l’1,80% del bond a 30 anni.

Inflazione attesa cresciuta di poco

Dunque, l’anno scorso il mercato scontava un’inflazione media annua di quasi l’1,85% da qui al 2051, meno del target BCE del 2%.

Oggi, siamo un po’ oltre tale target. A dire il vero, il “surriscaldamento” è stato contenuto se pensate che nel frattempo il tasso annuo dell’inflazione è schizzato dal 4% al 10%. Questo è dovuto al fatto che gli investitori ritengono che il boom di questi mesi non si protrarrà a lungo, sebbene non sia destinato forse a spegnersi presto. In ogni caso, difficile che possa durare per decenni. E il BTp€i 2051 capta le aspettative d’inflazione praticamente per i prossimi trenta anni.

Quel +0,4% su 30 anni fa complessivamente un +12% d’inflazione cumulata attesa entro la scadenza. Tutto ciò in un solo anno. E grosso modo, questo dato riflette l’accelerazione dei prezzi al consumo di quest’anno e del prossimo rispetto alle aspettative ancora vigenti un anno fa. Come dire che il mercato spera che la situazione rientri nel medio termine e si torni per il lungo periodo alle condizioni precedenti alla crisi energetica.

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