Oggi è data di pagamento di svariate cedole, tra cui quella relativa al BTp€i 15 maggio 2028 (ISIN: IT0005246134). Parliamo di un bond indicizzato al tasso d’inflazione rilevato dall’Eurostat per l’Area Euro. Fino allo scorso anno, questi titoli erano stati per anni grosso modo ignorati dagli investitori. E il motivo era comprensibile: non essendoci inflazione, non aveva molto senso andarsi a coprire contro un rischio percepito assai basso. Sarebbe come stipulare una polizza contro il furto dell’auto ad Oslo; soldi persi.

Ma se c’è una cosa che gli eventi recenti dovrebbero averci insegnato, è che l’evoluzione dei principali indicatori macroeconomici non è mai del tutto prevedibile. Su di essi gravano diversi fattori, alcuni dei quali del tutto sfuggenti al nostro controllo e a quello dei governi e degli stessi mercati.

Rischio inflazione sottovalutato in passato

Nessuno avrebbe immaginato fino agli inizi del 2020 che il mondo sarebbe stato travolto da una pandemia. Né due anni più tardi che sarebbe esplosa una guerra sanguinaria in Europa. Ecco perché titoli di stato come il BTp€i 2028 hanno ritrovato smalto. Improvvisamente, investitori istituzionali e famiglie si sono resi conto di avere sottovalutato rischi che si sono materializzati all’improvviso senza un’adeguata protezione adottata contro di essi. L’inflazione si è impennata ai massimi dagli anni Ottanta un po’ in tutto l’Occidente. I mercati sono andati in tilt e molti capitali in fumo, avendo perso parecchio potere d’acquisto.

La Banca d’Italia ha reso noto il tasso d’interesse lordo del BTp€i 2028 per il semestre in scadenza oggi e che decorre dal 15 novembre 2022. Con riferimento a un capitale nominale di 1.000 euro, la cedola lorda è stata fissata a 7,866495 euro. Questa somma corrisponde a neppure lo 0,80%. Molto poco, se raffrontato alle cedole staccate negli ultimi mesi per i bond indicizzati all’inflazione. Il fatto è che gli indici dei prezzi al consumo hanno grosso modo raggiunto il picco e stanno oramai variando di poco o nulla di mese in mese.

Nello specifico, poi, la cedola va semplicemente calcolata sul capitale rivalutato sin dalla data di emissione, come vedremo nello specifico di seguito.

BTp€i 15 maggio 2028, ecco come si calcola la cedola

Questo circa 0,79% è comprensivo della cedola semestrale reale dello 0,65%. Infatti, il suddetto BTp€i 2028 stacca cedola reale annua dell’1,30%. Sul Mercato obbligazionario Telematico di Borsa Italiana si acquista in queste ore per meno di 99 centesimi. A questa quotazione corrisponde un rendimento reale alla scadenza dell’1,52%, che si confronta con il 3,63% offerto al contempo da un BTp a 5 anni con cedola fissa. La differenza del 2,10% è anche detta “inflazione di breakeven“, cioè il tasso d’inflazione che rende perfettamente uguali i due bond in termini di rendimento. A tassi d’inflazione più alti, il bond indicizzato avrebbe la meglio. Viceversa, a tassi inferiori.

Se oggi volessimo rivendere o acquistare il BTp€i 2028 sul mercato, dovremmo tenere in considerazione il coefficiente d’indicizzazione dalla data di emissione di 1,21023. E’ quanto fissato dalle tabelle ministeriali. Significa che la quotazione di 98,89 centesimi dovremmo moltiplicarla per quell’indice, ottenendo qualcosa come circa 119,68. Questo sarebbe per noi il prezzo di vendita o acquisto effettivo. Cosa significa per l’esattezza? I BTp€i, contrariamente ai BTp Italia, non rivalutano il capitale ogni sei mesi, bensì interamente alla scadenza. Pertanto, le compravendite tra la data di emissione e la data di rimborso devono tenere conto dell’inflazione nel frattempo avvenuta e, quindi, della rivalutazione del capitale spettante al possessore.

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