Si terrà tra il 5 e il 9 giugno la prima emissione del BTp Valore, il nuovo bond pensato dal Tesoro per gli investitori individuali. In sostanza, è rivolto esclusivamente alle famiglie. A differenza dei BTp Italia, infatti, non ci sarà una sessione dedicata agli investitori istituzionali (banche, assicurazioni, fondi, ecc.). Il titolo di stato avrà durata di quattro anni, per cui la scadenza sarebbe fissata per il giugno del 2027. Riconoscerà un premio fedeltà per quanti lo sottoscriveranno tra poche settimane e lo manterranno in portafoglio fino all’ultimo giorno.

E staccherà cedole periodiche crescenti o step up, sebbene non sappiamo quanti saranno i “gradini” previsti.

Qual è la ragione per cui il Tesoro battezzerà una nuova tipologia di titoli di stato? Il BTp Valore ha caratteristiche comuni sia al BTp Italia che al BTp Futura. E’ rivolto (esclusivamente, in questo caso) al canale retail, offre un premio fedeltà e vantaggi sul piano fiscale, trattandosi di un titolo esente dall’imposta di successione. Le modalità del collocamento sono uguali, ad eccezione dell’assenza di una seduta per gli istituzionali. Tutte le richieste delle famiglie vengono soddisfatte senza limitazioni. In gergo, si definisce “tecnica a rubinetto”. E zero commissioni in fase di prenotazione.

E allora perché una nuova emissione? Il fatto è che i BTp Italia sono titoli indicizzati all’inflazione, per cui risultano esposti al rischio che tale componente cedolare non si materializzi o sia bassa. I BTp Futura, invece, legano buona parte del rendimento alla crescita del PIL per mezzo del premio fedeltà. Se vogliamo, i BTp Valore sono una versione meno condizionata di entrambi. Le cedole crescenti possono essere contemporaneamente un rischio e un’opportunità. Cerchiamo di capirci un po’ meglio.

BTp Valore 2027, ragioni di questa nuova emissione

Come abbiamo avuto modo di toccare con mano con i BTp Futura tra il 2020 e il 2021, alle famiglie italiane le cedole crescenti piacciono poco.

Oltretutto, si tratta di una tipologia non acquistata dalla Banca Centrale Europea (BCE) nell’ambito dei suoi programmi monetari. Il Tesoro rischia una scarsa risposta da parte del mercato se fissasse la prima cedola ad un tasso basso. Sotto il 3% sarebbe un azzardo, almeno alle attuali condizioni di mercato. In effetti, per chi compra i BTp valore, disinvestire eventualmente nella prima fase di durata del bond comporta il rischio di dover vendere a quotazioni depresse. In periodi di alta inflazione, infatti, il mercato guarda alle cedole come rendimento immediato a cui attingere contro il carovita. E le prime cedole saranno necessariamente basse rispetto al rendimento medio complessivo.

D’altra parte, se la rivendita avvenisse in fase avanzata, il BTp Valore potrebbe permettere al venditore di realizzare qualche buon guadagno. Infatti, la cedola media nell’ultimo periodo sarà elevata e ciò terrà alta la quotazione del titolo prima che inevitabilmente tenda alla pari con la scadenza. Quanto alla durata quadriennale, poi, trattasi di un periodo di tempo perfetto per le famiglie. Né troppo lungo, né eccessivamente breve.

E veniamo alla domanda iniziale sulle ragioni che avrebbero spinto il Tesoro ad emettere il BTp Valore? Sarebbe un anticipo del BTp “patriottico” di cui si discute da mesi con l’arrivo al governo del centro-destra. Ma la politica in senso stretto c’entra relativamente. Con il rialzo dei tassi e la fine degli acquisti BCE, si avverte l’esigenza di aumentare la domanda domestica di titoli del debito pubblico italiano. Sui conti bancari risultano depositati quasi 1.800 miliardi di euro, ancora mediamente remunerati quasi a tasso zero. Gli investimenti nei bond sovrani sarebbero un reciproco affare: per il Tesoro, che potrebbe così abbassare il costo di emissione e per le famiglie, che otterrebbero interessi certamente appetibili su una liquidità altrimenti in gran parte infruttifera.

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