I nuovi titoli di stato emessi negli ultimi mesi offrono cedole ben maggiori di quelli debuttati sul mercato negli ultimi anni. Basti pensare che al BTp a 10 anni al 4,40%. Ma anche dopo la sfilza di rialzi ci sono bond che continuano a sembrarci dai tassi molto generosi. Uno di questi è senz’altro il BTp 1 novembre 2027 e cedola 6,5% (ISIN: IT0001174611). Presenta una durata residua di 5 anni e offre un interesse annuo lordo altissimo. Tuttavia, questo bond fu emesso nel lontano 1997, quando ancora l’Italia non aveva certezze circa il suo ingresso nell’Eurozona.

Da allora, sono passati 25 anni. Un quarto di secolo, che per un investitore diventa un’eternità. Cerchiamo di capire se in questo enorme lasso di tempo il BTp 2027 abbia offerto un rendimento positivo. Per prima cosa, dobbiamo calcolare il valore delle cedole incassate. Il 6,5% lordo equivale al 5,69% netto. Rapportato al prezzo di emissione pari a 100,15, sostanzialmente il tasso netto effettivo rimane uguale.

Dal novembre ’97 ad oggi, il BTp 2027 ha staccato cedole nette per il 142% del capitale nominale investito. E se lo avessimo rivenduto in questi giorni, avremmo realizzato anche una plusvalenza lorda del 15%. Infatti, il bond quota sul mercato a circa 115. La plusvalenza netta sarebbe stata del 13%. In totale, il rendimento netto complessivo ammonterebbe al 155%. Su base annua, quasi il 6,20%.

BTp 2027, bilancio positivo dopo tasse e inflazione

Ma c’è il fattore inflazione a cui prestare attenzione, specie di questi tempi. Scopriamo grazie ai dati ISTAT che dal novembre ’97 all’ottobre 2022 l’inflazione italiana è stata di quasi il 62% cumulato. In termini annui, l’1,94%. Sottraendo questa perdita di potere di acquisto dal rendimento netto, otteniamo un rendimento netto reale all’incirca del 4,20%. Il BTp 2027 si sarebbe rivelato un buon investimento. E se lo avessimo rivenduto nel biennio passato, lo sarebbe stato a maggior ragione. Infatti, il titolo era arrivato a trattare sul mercato a una quotazione di 140-145.

Attualmente, il BTp 2027 presenta una durata residua di 5 anni e ci offre un rendimento lordo del 3,15-3,20%. Probabile che, al netto della tassazione, risulti appena sufficiente a coprire l’inflazione media annua del prossimo lustro. Ma per chi avesse comprato il titolo all’atto della sua emissione e lo portasse a scadenza, il bilancio sarà senz’altro positivo. Un abbondante 4% all’anno, al netto delle imposte e dell’inflazione, non è cosa frequente per un asset oltretutto sicuro. Del resto, parliamo di emissioni risalenti a un’era in cui i tassi di mercato erano nettamente superiori, così come generalmente l’inflazione.

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