La BCE ha soddisfatto in pieno le aspettative del mercato, annunciando il potenziamento del PEPP per altri 500 miliardi di euro ed estendendone la durata di 9 mesi al 31 marzo 2022. In più, nuove aste T-Ltro III e PELTRO si terranno nel corso del prossimo anno e a condizioni in parte ancora migliori e per un periodo più lungo. Insomma, se c’è una cosa che non mancherà di certo neppure nel 2021 sarà la liquidità. E dopo una reazione negativa, gli investitori ne stanno prendendo atto, se è vero che i titoli di stato nell’area hanno toccato nuovi massimi record.

Se il rendimento a 10 anni del Portogallo è sceso al nuovo minimo storico del -0,04%, quello spagnolo si avvia all’azzeramento, mentre sulla medesima scadenza l’Italia offre ormai appena lo 0,50%.

Il BTp 2067 segna nuovi record, ecco 3 motivi per comprarlo e 3 per lasciare perdere

Nessuno avrebbe potuto immaginare all’inizio dell’anno che avremmo concluso questo 2020 con livelli di rendimento così bassi lungo la curva. E quando a febbraio il Covid-19 entrò, purtroppo, a fare parte delle nostre vite, abbiamo temuto tutti seriamente il peggio, ovvero il ripetersi della potente crisi dello spread del 2011. Per fortuna, a cambiare è stata la reazione dell’Europa, con la BCE che si è subito messa al lavoro per contenere i danni e sostenere i maxi-stimoli fiscali dei governi dell’Eurozona. Se allora servirono ben 4 anni per giungere al “quantitative easing”, stavolta sono state sufficienti 4 settimane. I risultati si sono visti subito. Gli spread sono crollati e sulle scadenze più lunghe oggi possiamo portare a casa guadagni a dir poco entusiasmanti.

Boom dei prezzi e crollo della cedola effettiva

Il BTp marzo 2067 e cedola 2,80% (ISIN: IT0005217390) ha esordito l’anno con rendimenti sopra il 2,90%, scesi all’1,53%. In meno di 12 mesi, si è registrato quasi un dimezzamento, che si è riflesso sui corsi: dai 104,4 di inizio gennaio ai 134,40 attuali.

Il bond cosiddetto “Matusalemme” sta toccando nuovi massimi, dopo che ad aprile, così come il resto dei BTp, era caduto, schiantandosi fino a un prezzo minimo di 94,70. Da allora, guadagna il 42%. Ma anche solo volendo fare un raffronto con le più alte quotazioni di inizio anno, otteniamo un boom di quasi il 29%. E aggiungendo il guadagno derivante dalla cedola incassata in questi quasi 12 mesi, al lordo della tassazione pari al 2,50%, avremmo messo a segno un +31%. Scontando la tassazione di favore del 12,50%, farebbe pur sempre un ottimo +27,3%.

Certo, se comprassimo oggi il BTp 2067, rispetto all’inizio dell’anno incasseremmo una cedola effettiva di 60 punti base più bassa. Il calcolo è semplice. L’1 gennaio, il bond si acquistava a 104,4, per cui avremmo dovuto spendere 1.044 euro per inserire in portafoglio titoli dal valore nominale di 1.000 euro. La cedola del 2,80%, pari a 28 euro all’anno lordi, avrebbe pesato così per il 2,68% dell’investimento. Oggi, invece, spenderemmo 1.344 euro e incasseremmo sempre gli stessi 28 euro all’anno, che rapportati all’investimento equivarrebbero al 2,08%, lo 0,60% in meno. Ad ogni modo, rimarrebbe un tasso elevatissimo di questi tempi e lo stesso rendimento sarebbe di tutto rispetto.

E non è finita. Il bond presenta ulteriori margini di guadagno, proprio grazie all’enorme liquidità che la BCE si è impegnata a iniettare nei prossimi mesi. Resta possibile inserirlo in portafoglio per rivenderlo tra qualche tempo anche a prezzi cresciuti a doppia cifra. Perché l’Italia risulta essere ancora l’emittente sovrano più generoso dell’Eurozona, persino più della Grecia sulle lunghe scadenze.

Il BTp 2067 quest’anno ha dimezzato lo spread con la Spagna, ulteriori guadagni ancora possibili

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